da lasicilia.it
Sono ritornate a casa nella nottata fra martedì e
mercoledì Jessica e Mariam di 16 e 17 anni scomparse
lo scorso 26 luglio senza lasciare traccia. Forse
sarà stato un colpo di testa dovuto alla giovane età
e al piacere di assaporare la libertà senza freni inibitori
o forse il tempo ci dirà la verità su come sono
andate veramente le cose in questi nove giorni in cui
i genitori ormai avevano perso le speranze di poterle
riabbracciare.
Tutto comincia da una chiacchierata tra le due
quel lunedì sera quando decidono di andare a Catania,
ma essendo sprovviste di mezzi si incamminano
fino a Nesima dove prendono l’autobus che li
porta ad Ognina. Fino a qui la versione convince parenti
e carabinieri poiché ci sono i riscontri di conoscenti
che confermano. Il «buco nero» comincia con
l’incontro di “Sara”, una 17enne residente a S. G. La
Punta che era in compagnia di una maggiorenne,
“Claudia”, alla quale Mariam chiede un sigaretta.
Dal contatto le due rivelano di avere abbandonato
casa e Sara si dichiara disponibile a dare loro una
mano ospitandole, dal momento che i propri genitori
erano assenti e la nonna, abbastanza avanti
con l’età e non perfettamente lucida, non avrebbe
creato alcun problema.
Qui inizia il buco nero di questa avventura, purtroppo
senza riscontri, dal momento che le ragazze
non hanno saputo fornire il cognome delle coetanee
che le hanno aiutate, né il luogo dove si trova, quella
“piccola stanzetta” dove sono rimaste chiuse in
questi giorni senza mettere mai il naso fuori dalla
porta.
- Perché non siete ritornate subito a casa?
“Per paura della reazione dei nostri genitori – racconta
Jessica – i quali ci avrebbero certamente punito
per questa scappatella”.
- Forse c’era di mezzo qualche fidanzatino?
“No, siamo state sempre sole e gli unici contatti
erano con “Sara e Claudia” le quali poi si sono preoccupate
quando ci hanno mostrato l’articolo del giornale,
chiedendoci di restare fuori da questa storia”.
- Allora cosa vi ha convinto ad uscire da quella
stanza?
“Vedendo i giornali che ci portava Sara abbiamo
detto di voler fare ritorno a casa chiedendo a Claudia
che ci riaccompagnasse a Catania”.
Il «buco nero» termina qui, perché lasciata l’auto
di Claudia nel quartiere Picanello a Catania le due
ragazze sono state avvistate da un loro conoscente,
Rosario, il quale le ha riaccompagnate a casa, avvisando
subito i carabinieri della locale Tenenza.
Se la storia può dirsi conclusa con il loro ritorno,
le indagini dei carabinieri continuano poiché i militari
sono convinti che le ragazze non abbiano detto
tutta la verità e le informazioni fornite sono prive,
per il momento, di alcun riscontro.