«Un amico e una brava persona»

Epifanio ZappalàUn amico e una brava persona. Così gli amici ricordano Epifanio Zappalà trovato morto nelle campagne di Cesarò giovedì pomeriggio con due proiettili alla testa. «Nello il bello», così chiamato dai più stretti era un amante della campagna e del lavoro all'aria aperta e sin da giovane aveva preferito lavorare in diverse aziende agricole.

La passione per la caccia lo aveva portato a conseguire il decreto di guardia caccia privata che esercitava soprattutto nelle riserve dove svolgeva la sua attività ogni anno nel periodo della stagione venatoria. Fino allo scorso anno era stato impegnato in una riserva di caccia nei pressi di Troina e ora aveva scelto di lavorare per una nuova riserva venatoria che stava per sorgere nei pressi di Cesarò.

Chi lo ha conosciuto lo ricorda come persona allegra e altruista, tanto da non spiegarsi una fine così atroce, dal momento che dalle prime risultanze delle indagini, pare che il sicario o i sicari lo abbiano colpito da vicino e probabilmente erano da lui conosciute. Da amante della caccia si prodigava in inverno ad allevare i cani che, dopo averli addestrati, spesso regalava agli amici.

Nel centro etneo ritornava frequentemente a casa dalla madre, anche se da tempo avendo una relazione con una donna messinese, preferiva rimanere sul posto di lavoro per essere vicino alla donna. Non gli si riconoscono amicizie ambigue ed è prevedibile che l'uomo sia rimasto vittima o per essere stato testimone involontario di qualcosa o per aver esercitato in maniera ferrea la sua funzione di guardia caccia in una riserva probabilmente a lui non ancora del tutto conosciuta.

Carmelo Santonocito
La Sicilia
23/03/2013

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