Almaviva: Misterbianco, 600 esuberi A Palermo interviene il Prefetto

Call Center Almaviva MisterbiancoSul futuro lavorativo dei dipendenti Almaviva Contact in Sicilia le incertezze sembrano non aver fine. L’incontro previsto oggi a Roma tra le segreterie nazionali di categoria e i vertici Almaviva per discutere dei 650 esuberi previsti a Misterbianco nella commessa Vodafone si è concluso con un nulla di fatto, se non peggio ancora.

Perché la società di telefonia non si è presentata al tavolo tecnico ma ha confermato tramite un comunicato di voler chiudere la propria commessa nel comune catanese.

Secondo il segretario generale della Camera del lavoro Angelo Villari e il segretario confederale Giovanni Pistorio, “un numero così alto di esuberi decreterà la chiusura del centro di Misterbianco, e di certo, produrrà ricadute negative su Palermo. A sfavore della decisione ha prima di tutto giocato, pesantemente, il fenomeno dalla Cgil più volte denunciato della delocalizzazione verso paesi Esteri, spesso sprovvisti di leggi che tutelano diritti e privacy dei clienti. In secondo luogo, ha anche pesato un inspiegabile atteggiamento del committente che non sembra voler salvare il salvabile nella provincia etnea”.

Sulla questione, l’ufficio stampa della società di outsorcing ha precisato a Blogsicilia che le attuali problematiche che vedono coinvolte le sedi siciliane non hanno nulla a che fare con i processi di delocalizzazione: “Lo statuto di Almaviva non la prevede”.

Contro la decisione di Vodafone, a breve saranno avviate le assemblee di lavoratori ed entro i prossimi cinque giorni verrà aperto, su richiesta delle segreterie nazionali, un tavolo triangolare tra Almaviva Contact, azienda committente e sindacati, come previsto dal contratto di settore in caso di commesse a rischio.

I dipendenti delle due sedi di Palermo, dal canto loro, sono in attesa di conferme sui piani di investimento previsti da Almaviva nel capoluogo. Ieri sera, presso la Prefettura di Palermo, si è tenuto un incontro tra i sindacati e l’assessorato alle Attività produttive, il quale – come precisato dal segretario regionale Uilcom-Uil, Giuseppe Tumminia – “ha chiesto l’appoggio del Prefetto affinché agevoli i rapporti con l’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla mafia (entrambi dipendono dal ministero degli Interni) e si arrivi all’assegnazione della nuova sede individuata nell’ex direzione regionale Telecom di via Ugo La Malfa”. Durante il confronto, entrambi gli “schieramenti” hanno confermato il proprio impegno nei confronti dei lavoratori Almaviva di Palermo sia a mettere a disposizione la sede unificata rispetto ai due plessi attuali sia – dal canto di Almaviva – a spostare in Sicilia la propria sede legale attuando piani di investimento nell’Isola.

Intanto, il mondo politico esprime il proprio sostegno alla causa che vede coinvolti circa 6mila lavoratori siciliani.

“Ai lavoratori della Almaviva voglio dire che sono al loro fianco, pronto a fare di tutto per impedire i licenziamenti”, afferma il candidato a sindaco di Catania Enzo Bianco. “Stringeva il cuore stamattina – prosegue –, vedere il corteo di questi lavoratori attraversare la via Etnea sotto la pioggia. Nei loro volti si leggeva tutta la disperazione del vivere in una Catania che è risultata essere la città più precaria d’Italia”.

Rassicurazioni sui lavoratori Almaviva Contact di Palermo arrivano dal deputato regionale dei Democratici e riformisti per la Sicilia Edi Tamajo: “Il terrorismo di alcuni politici e di qualche sindacato creano soltanto allarmismi ad una situazione già abbastanza delicata. L’impegno del Governo regionale punta e mira alla risoluzione del problema nei confronti dei dipendenti di Almaviva. La volontà di utilizzare un bene confiscato alla mafia come sede dei call center è concreta e reale. Il presidente della Regione Rosario Crocetta e l’assessore alle Attività produttive Linda Vancheri stanno affrontando il problema attraverso una serie di provvedimenti utili per evitare ulteriori licenziamenti e processi di delocalizzazione delle sedi dell’azienda”.

Giovanni Corrao
catania.blogsicilia.it
13/03/2013

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