Ormai pensavano di averla fatta franca tre pregiudicati di Paternò, dieci mesi dopo la rapina messa a segno di una cartoleria della zona commerciale di Misterbianco. I carabinieri della tenenza, invece, sono riusciti ad inchiodarli dopo una azione investigativa durata mesi e coordinata dal comando provinciale di Catania.
Giuseppe Fusto, di 47 anni, Angelo Marco Carulli, di 27, e Davide Nicolosi, di 24, sono stati arrestati in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania per rapina aggravata, consumata lo scorso 24 settembre, che aveva fruttato 800 euro. I carabinieri, dopo la rapina, avevano eseguito accertamenti, raccolto testimonianze e sequestrato filmati del circuito interno del negozio e delle telecamere posizionate lungo le vie adiacenti, tanto da ritrovare nel parcheggio della Milicia la Fiat Uno utilizzata per la fuga e rubata qualche ora prima a Paternò.
Quel giorno, intorno alla 13,40, Fusto e Carulli raggiungevano la sede della rapina a bordo dell'auto rubata e la parcheggiavano, con il motore acceso, proprio dinnanzi al negozio. Una volta scesi, entrambi con il volto travisato da passamontagna ed armati di pistole, minacciavano il titolare e gli impiegati e si impossessavano del denaro delle casse, fuggendo subito dopo. A seguito ad una intensa attività d'intercettazione, i carabinieri riuscivano a stabilire che i malviventi in fuga, raggiunto il parcheggio, abbandonavano il veicolo rubato per salire a bordo dell'auto del complice Davide Nicolosi, che li aveva attesi nel parcheggio.
Raccolti numerosi indizi, i militari procedevano anche a perquisizioni domiciliari che permettevano di rinvenire e sequestrare a Fusto e Carulli la maggior parte dei capi di abbigliamento indossati nel corso della rapina, come risultava dalle registrazioni del sistema di videosorveglianza. L'ordinanza è stata notificata a Fusto e Carulli nel carcere, poiché entrambi condannati in primo grado, a marzo scorso, a tre anni per detenzione abusiva e ricettazione di arma da fuoco.
A Nicolosi il provvedimento è stato notificato nella sua residenza, dove era agli arresti domiciliari da maggio scorso a seguito di una condanna per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Dunque, è stato trasferito nel carcere di piazza Lanza a Catania.
La Sicilia
29/07/2014