Carlo Mazzacurati, primo ospite di Filminscena

Teatro Stabile
La provincia, con i suoi scenari umani e paesaggistici, come teatro di piccoli e grandi drammi quotidiani che mettono a nudo sentimenti ed emozioni. Questo racconta il cinema di Carlo Mazzacurati, uno dei registi italiani contemporanei più suggestivi, capace di fare respirare persino i luoghi nei suoi film. Sarà il regista padovano il primo ospite di Filminscena, il ciclo di incontri con i protagonisti del Cinema, promosso e organizzato dal Teatro Stabile di Catania.

"Contaminazione, integrazione e dialogo fra le Arti - sottolinea il direttore Giuseppe Dipasquale - sono le strade innovative che lo Stabile etneo ha percorso negli ultimi anni per proporre un'ampia visione culturale a tutto tondo, senza compartimenti stagni. Il Teatro è infatti arte che comprende tutte le arti, e in questa visione coerente deve indirizzarzi l'azione di un'ente come il TSC, vocato istituzionalmente a produrre e divulgare tout court Arte e Cultura".

Filmscena adotterà la formula di una conversazione “quasi privata” con l’autore, nell’atmosfera raccolta e accogliente del teatro, portando sul palcoscenico il Cinema in carne ed ossa, nella persona di chi i film li ha immaginati, scritti e realizzati. E facendo vivere direttamente sulla scena le emozioni, i percorsi, le ragioni che stanno dietro un’opera cinematografica.

La rassegna è curata dalla giornalista Ornella Sgroi, affermato critico cinematografico, che condurrà altresì l’incontro d'esordio con Carlo Mazzacurati. L'artista accompagnerà il pubblico in un viaggio nel tempo, ripercorrendo la sua carriera attraverso la rilevante filmografia, rievocata anche con immagini e spezzoni dei film che ha diretto. Partendo dal suo lavoro più recente, “La Passione” (2010), con Silvio Orlando e Giuseppe Battiston, in concorso alla 67ª Mostra d’Arte cinematografica di Venezia, acclamato da critica e pubblico, passando per “La giusta distanza” (2007), Nastro d’argento 2008 per il miglior soggetto (su sei candidature, oltre le nove ai David di Donatello), “La lingua del Santo” (2000) e “Il toro” (1994), Leone d’argento a Venezia e coppa Volpi a Roberto Citran, risalendo fino al felicissimo esordio dietro la macchina da presa, nel 1987, con “Notte italiana”, che gli valse il Nastro d’argento come miglior regista esordiente.

Prima, fondamentale tappa di un percorso artistico nel corso del quale Mazzacurati ha indagato e continua ad indagare il presente, partendo dal microcosmo della provincia per farsi narratore di un’umanità più universale, dipingendone le tante sfumature con diverse tonalità di colore, a volte con un’intensità e una tensione più introspettive, altre volte con la leggerezza e l’ironia di un cinema che sa far riflettere senza perdere il sorriso.

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