Donatella Finocchiaro: dal teatro impegnato ai vicoli di Ballarò

La catanese Donatella Finocchiaro, protagonista di "Angela" l'ultimo film di Roberta Torre si racconta...

Il piano americano che la ritrae
nella locandina è una foto sfocata, volutamente mossa nella quale Donatella
Finocchiaro, catanese, esprime tutta la carica drammatica, tutta l’intensa
esistenza di “Angela”, l’ultimo film di Roberta Torre, nel quale veste i
panni dell’omonima protagonista. Abbiamo incontrato questa giovanissima
attrice la sera della prima catanese del film, presso una delle sale storiche
della città: il Corsaro, già dolcemente assediata da amici e parenti. Un
avventura cinematografica cominciata a… teatro. Già perché Donatella
Finocchiaro, esile e flessuosa figura, neri e lunghi capelli corvini, occhi
scuri su una mediterranea carnagione bruna, come lo zucchero caramellato, ha
iniziato la sua carriera grazie a quella che lei stessa definisce “la sua
prima ed intima passione”, ovvero il teatro. Con Gioacchino Palumbo regista e
responsabile del Teatro del Molo 2 infatti si inizia, alla fine dei laboratori
formativi, alla drammaturgia contemporanea più impegnativa: da Cechov a Sartre,
da Ionesco a Beckett; calca le scene “alternative” catanesi - dalla Sala
Magma al Piccolo Teatro – approda pure sui più rinomati legni dello Stabile,
per il quale Donatella interpreta “Le Troiane” e “U contra”. Poi,
improvviso, arriva il cinema. “Tutto accade – aggiunge lei – per caso:
durante un provino a Catania, profondissimo Sud anche cinematografico, dove
Roberta Torre si è spinta per cercare disperatamente la protagonista della sua
nuova pellicola. “Ecco – scherza Donatella – qui in Sicilia abbiamo avuto
la fortuna di trovarci a vicenda…”.
Angela”, la cui storia
s’ispira ad una vicenda vera, vive a Ballarò, il quartiere palermitano del
mercato all’interno del quale lei gestisce con Saro, il marito, traffici di
droga e guadagni facili. Poi arriva Masino e la sua vita cambia definitivamente.
Cosa pensi del personaggio?
”Angela è una donna molto forte e
apparentemente sicura di se che sbriciola però le sue sicurezze nel momento in
cui si innamora di Masino (l’attore Andrea Di Stefano n.d.r.) Questa
storia d’amore la perde definitivamente. Io
ho avuto la fortuna di conoscere,
all'inizio delle riprese, la vera Angela (in realtà si chiama Mimma n.d.r.),
una donna molto particolare: dapprima mi ha un po' spaventata, perché ritenevo
difficile riportare sullo schermo un personaggio così definito. E poi ho dovuto
fare i conti col dialetto palermitano, lontano anni luce da quello catanese:
praticamente un'altra lingua, un’altra intonazione”.
Angela è un
personaggio lontanissimo da Donatella Finocchiaro, “anche se - aggiunge lei -
credo che Angela celi un lato nascosto, l’aspetto più ombroso e scuro della
mia personalità: in questo senso Angela mi ha aiutato ad esplorarmi
interiormente…” Quello di Roberta Torre è un film “importante” per il
nuovo cinema italiano? “Certamente, perché è una storia che ci tocca: alla
fine ti scordi che quelli che vedi sullo schermo sono solo dei volgari
delinquenti, cominci a considerarli invece capaci di grandi emozioni, di grandi
sentimenti, soprattutto negati.” E la vita sul set? “E’ tutta un'altra
cosa, ma con Roberta Torre sono stata più che agevolata: praticamente noi
abbiamo inventato sul momento (rendo grazie ai laboratori di Gioacchino Palumbo
sull’improvvisazione!), lei si è fidata del mio istinto e abbiamo girato
tutto in due mesi, improvvisando”. La lunga parentesi del cinema per Donatella
non si è però affatto chiusa, visto che l’attrice catanese è attualmente
impegnata nelle riprese di due pellicole: l’attesissimo “Perduto amor” di
Franco Battiato, e “Maledetta libertà” di Valerio Ialongo. “Però
- precisa - voglio continuare anche col teatro, anzi magari con
entrambi!”. Tra Anna Magnani e Laura Morante (le sue due attrici preferite)
Donatella Finocchiaro intanto è già una certezza tutta siciliana…

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