Elezioni 2012, una occasione per la rinascita della sinistra a Misterbianco

Voto Misterbianco Avverto una sensazione che mi fa credere che, cavalcando il disimpegno politico della gente, i protagonisti delle prossime elezioni comunali tendano a trasformare il momento della campagna elettorale di Misterbianco in una carnevalata di Maggio, perchè essa si muove senza una vera identità politica e molto spesso con una ostentata incoerenza sotto lo stesso simbolo.
Il proliferare di liste sembrerebbe il sintomo auspicabile di partecipazione alla soluzione dei problemi sociali, se però non si scoprisse subito la loro somiglianza a vere fabbriche del consenso, il più delle volte riciclate in patronati e sigle assistenziali, dove il “leaderismo” può facilmente costruire il proprio baraccone elettorale.

Enzo Arena

Ma pensare di sostituire al Partito le liste civiche è il fenomeno di quella tendenza a delegittimare la politica per trarne poteri personali e per soddisfare insane passioni utilizzando allo scopo l’offerta dell’obolo agli utili allocchi del politicantismo locale, chiamati con illusive liste mascherate e senza una discussione approfondita e dialogica che metta al centro della scena la vera democrazia.
Una tendenza di cui i “notabili” locali ne rappresentano l’incarnazione che appanna il sorgere di una nuova classe dirigente al Comune, perchè patti e maggioranze si decidono nei salotti degli affaristi della politica e attraverso un gran pasticcio di liste e simboli, malamente mescolati in un brodo sgradevole di espedienti per frodare lo spirito della reale democrazia.
Sono i serbatoi in cui vengono riversati gli illusi, addomesticati nelle coscienze con la “LOTTERIA DELLE ELEZIONI”, alla mercè dell’ultimo giannìzzero di turno.
Si bara, infatti, sulle candidature a sindaco e sulle supercoalizioni; si bara sulle tantissime liste che si stanno preparando a concorrere ai posti di sindaco, di assessori e di consiglieri, con metodi di reclutamento e di ingaggio che collocano i cittadini subalterni a chi decide per loro e senza di loro.
Il tutto condito con l’imbonimento demagogico di politicanti nostrani, che costituiscono quel deterioramento culturale e politico in un paese che mi ostino a definire “senza società”.

In una democrazia sono solo i partiti a dover costruire non solo le idee ma anche a selezionare la classe dirigente che dovrà governare l’Ente locale, non certo il raffazzonamento di soggetti improvvisati e reclutati per strategie di opportunità elettorale.
In tal senso restano essenziali, dunque, le strutture partitiche che, nonostante i difetti, rappresentano pur sempre gli strumenti attraverso i quali si sviluppa e si aggrega il consenso sociale ai processi decisionali.
Infatti, è all’interno dei partiti che possono appiattirsi le differenze personali, riequilibrando nell’attivismo politico dei cittadini quelle disuguaglianze culturali e sociali che consentono loro di poter svolgere funzioni dirigenziali in cariche elettive, oggi destinate solo alle furbizie di demagoghi che si autoproclamano per autoreferenze.
Purtroppo la politica oggi sta vivendo un periodo di decadenza morale.
Questo va ricondotto al fatto che fanno presa sempre meno quei motivi ideali che in passato stimolavano la coerenza politica, dove le idee di giustizia e di uguaglianza si traducevano soprattutto tra i partiti di derivazione marxista in impegno volontario e spirito pubblico per tutti i dirigenti e gli eletti senza nulla pretendere, e costituivano sicuramente un freno al dilagare del malcostume.

QUALE CLASSE DIRIGENTE HANNO PRODOTTO IN QUESTI ANNI LE LISTE CIVICHE DELLO "SPONSOR" DI GUARDO O QUELLE CONFEZIONATE DALL''ALTRA SPONDA DI CENTRO-DESTRA ??...
In maggior parte opportunisti o transfughi mercenari che sono passati ai migliori offerenti da un cantone all''altro.

COME SARA'' LA NUOVA CLASSE DIRIGENTE CHE USCIRA'' DA QUESTE ELEZIONI COMUNALI DEL MAGGIO PROSSIMO ??...
Sicuramente una variegata truppa in cerca di imprimatur, una fiera delle vanità incompetenti che, sull’onda dell’antipolitica, fa mercimonio delle confuse idee di opportunismo dalle mille forme.

Intanto si è già aperta la fase di cattura dell’elettore-cliente con lo sfolgorìo di immaginette a guisa di “santini”; ed in questa santimònia di candidati prevalgono certamente gli intrighi del comparaggio politico nell’ignobile farsa di una oscena democrazia in un paese senza più società.
E si ricomincia col gioco dei quattro cantoni.
Ci si chiede, dunque, perchè votare e per chi votare.
Verrebbe voglia di non recarsi a votare o invalidare la scheda, ma poi si vota e si cede alla lusinga dell’amico o del parente.
Alla fine il voto sancirà i vincitori, il cui risultato sarà determinato dalle recondite strategie, dai giochi di potere, dai condizionamenti ed infine dallo scempio culturale dilagante.
E la democrazia viene ancora una volta sacrificata sull’altare del compromesso, del vantaggio personale e della propria irrazionalità.

Adesso, infatti, dopo la deludente sindacatura di Ninella CARUSO e la continua mutazione genetica di nominati in Giunta, il centro-destra tenta di riproporre la tortuosa strategia, camuffata da 7 combriccole (le 7 liste gregarie) di coloro che hanno scelto l’infelice convenienza di farne parte e che rappresentano la “sotterranea metropolitana politica” (tenuta a battesimo Domenica 11 Marzo), nei cui meandri si compie il banchetto nuziale infarcito di MPA e PDL .

Al tempo stesso si aggiungono le ambigue dichiarazioni di un DI GUARDO ( ex PSI ed ora presunto ex PD in corsa filoLombardiana) che, invece di aderire ad una possibile coesione delle forze di sinistra, si trasforma in politicante avventuriero e senza etica, scegliendo di andare controcorrente con la prospettiva di una frattura a sinistra che potrebbe incidere negativamente sull’esito di queste prossime elezioni comunali.
Costui, infatti, dopo aver esercitato una dannosa egemonia sul PD locale, adesso con la tracotanza delle sue scelte unilaterali ed abiurando il proprio connotato politico si sponsorizza in un gran pasticcio di simboli, sigle e liste di manovalanze del politicantismo locale, di cui il suo “leaderismo” populista può facilmente circondarsi.

OCCORRE, DUNQUE, SCONGIURARE IL RIPETERSI DI QUEL RISULTATO DEL 2002 E RESPINGERE I TENTATIVI DI CHI TRAMA INCAUTAMENTE QUESTA EVENIENZA.
Misterbianco non ha bisogno di liste mascherate o di nuove sigle, ma di uomini nuovi.
E’ necessario, perciò, chiamare a raccolta tutto il popolo di sinistra ed invocare il contributo di quanti vogliono collaborare per la rinascita della vera sinistra a Misterbianco, evitando di concorrere in ordine sparso all’appuntamento elettorale e facendo confluire i voti sul candidato sindaco che saprà rappresentare l’unica novità positiva che coinvolge la cultura di sinistra in una situazione politicamente ed intellettualmente praticabile per una impresa che escluda sin dalla formazione della Giunta i compromessi e le consorterie sulla pelle dei cittadini.
E’ questa la Sinistra che si vuole far rinascere a Misterbianco per iniziare una esperienza nuova nel modo serio di governare un Comune e di recuperare il perduto linguaggio della vera politica, che dovrebbe tradursi nel controllo pubblico dei servizi di interesse collettivo e nella realizzazione del lavoro per i nostri giovani.
Ma per realizzare tale progetto è necessario incentivare quelle risorse giovanili impegnate nelle aggregazioni di Sinistra a Misterbianco e nelle sue Frazioni, unificando i loro intendimenti e le ricchezze della loro dialettica in una nuova classe dirigente nella quale ogni cittadino possa veramente credere ed identificarsi.
E, fra i tre nominati a candidato Sindaco, credo che la scelta emergente debba risultare quella del giovane MASSIMO LA PIANA, dirigente della locale sezione PD e più volte eletto in consiglio comunale.
Pare certo che a sostenere la sua candidatura concorreranno anche “Sinistra Ecologia Libertà” “Federazione della Sinistra” “Italia dei Valori”, i cui simboli figureranno in una lista nominata “Misterbianco bene comune”.
FACCIAMO DI LUI E DI QUELLI CHE LO AFFIANCHERANNO LA NUOVA AVANGUARDIA POLITICA DELLA SOCIETA’ MISTERBIANCHESE.
Ma un appello va anche agli indecisi, a coloro ai quali i nomi in lizza non risulterebbero di loro gradimento; in tal caso, piuttosto che sprecare un voto di favore su liste-civetta, sarebbe più incisivo potenziarne la giusta valenza, perchè il voto è anche un diritto di esprimere la propria indignazione. E disegnare con coscienza questa indignazione sulla scheda sarebbe il debutto di un voto che conta.

Non ci resta, dunque, che aspettare la nuova alba dell’8 Maggio.
Se quella mattina sarà bella ed il sole splenderà su Misterbianco, sicuramente ce l’avremo fatta.
Diversamente avremo perso la grande occasione e significherà che hanno vinto ancora una volta i complici di “Barabba” per aver gridato più forte.

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