Epilogo di un fugace viaggio nel sacro (2^parte)

MiscredenteIn verità deludono alcuni commenti d’indignazione rivolti nel sito ai titoli dell’amico Lino Musarra, non tanto per i toni di intolleranza alla libertà del suo pensiero ma piuttosto per la loro intenzione a travisare il messaggio dell’autore. E’ noto il suo agnosticismo che, peraltro, traspare chiarissimo prima dalla traduzione in satira del concepimento del Cristo e poi ancora da quella più dotta del Dio morto.

Il termine “Dio è morto” ricorre spesso nella letteratura illuminista. Lo troviamo in Friedrich Nietzsche, a significare non certamente l’esistenza o meno di Dio ma l’assenza di un’etica di cui l’uomo dovrebbe farsene carico per indirizzarci verso una nuova epoca di liberazione. L’aforisma nietzscheano della morte di Dio, infatti, sta ad indicare che l’uomo, soltanto dopo aver preso coscienza della propria alienazione imposta dagli idoli della superstizione e della colpa (rappresentati dalle religioni), può divenire padrone del mondo e responsabile del suo destino. E questa consapevolezza della sua liberazione darà vita alla figura del “superuomo”, rinato per andare oltre l’uomo del presente.

Sarebbe stato interessante ampliarne la discussione, ma sarebbe impresa ardua volerne disquisire nel blog, ed oltretutto bisognerebbe disporre sicuramente di mutua conoscenza storico-comparativa delle tematiche religiose e di quegli strumenti critici di cui, senza dubbio, il dibattito in un blog si rivelerebbe deficitario per sbrogliarne la matassa o accedere nei meandri delle variabili religiose dell’umanità. Ritengo, infatti, che le religioni, assai più che credute vanno studiate come fatti storici e sociali per consentire al dialogo di prendere forma. Non porterò, dunque, il lettore in disquisizioni teosofiche, filosofiche e metafisiche sul dilemma “Cristo c’è o no”.

Dirò che già nella 1^parte del mio post precedente (trascrivo il link per chi non l’avesse letto www.misterbianco.com/scrivo-oggi-da-miscredente-qual-sono-anche-qualcosa-di-chiesa), la lettura del Gesù nascituro mi aveva spinto a raccontare nel sito anch’io qualcosa di chiesa con riferimenti precisi a quella locale. Di quel fugace viaggio nel sacro parrocchiale avverto l’obbligo di diradare le divagazioni parolaie e le reticenze degli interventi di coloro che, barricati nella fede e subordinati alla sua dipendenza, hanno eluso ciò che avrebbero dovuto dire se solo lo avessero potuto.

Con tanta franchezza, infatti, avevo giudicato inopportuno sotto Natale quel post di Lino Musarra, ma non immorale o censurabile quello che lui ha scritto; e con altrettanta convinzione avevo denunciato quelle incoerenze e le contraddizioni del misticismo parrocchiale e parrocchiano nostrale, ridotto a solo banale folklore di chiesa negli atti di culto, perchè è vero che devozione e credenza hanno perso il senso del sacro, per cui con la perdita del significato sacramentale si è portati ragionevolmente a criticare chi tiene ancora un legame fittizio con la religione.

Ritengo, tuttavia, che gli indignati abbiano anche le loro rispettabili opinioni, e sono convinto che il reporter Roberto Fatuzzo ed il maestro Vito Arena, su quel mio racconto dei fatti parrocchiani citati, se ne siano fatta anche loro qualcuna senza, però, che le loro penne l’abbiano esplicitamente tradotta nei commenti che mi hanno indirizzato, sfuggendo ai “particolari” sui quali avevo concentrato i miei appunti e di cui avrei voluto la valutazione dalla loro condizione di leali credenti. Anche se non coincidente con la mia, l’avrei sicuramente gradita per consentirmi di farmene una ragione di riflessione. Se sul “particolare” si è taciuto... probabilmente ci saranno motivi prudenziali.

Purtroppo, devo ammettere che imprudente spesso io lo sono, e non mi dispiace affatto che ora tocchi proprio a me, persona miscredente, perorare i valori di fede denunciando le ipocrisie chiesastiche di profani adattamenti, ma riconosco di esercitare la mia razionalità per le cose che vedo e tocco, forse perchè “quello che avrei voluto” da questo mondo non l’ho ancora conosciuto, però “quello che non voglio” ho imparato a conoscerlo benissimo.

La libertà di essere religiosi non esclude quella di essere senza un dio o di porsi qualche interrogativo, e per verificarne le mie incertezze pratico l’esercizio del dubbio, consapevole che l’obiettività non esiste, perchè ognuno è partigiano delle proprie idee, il cui giudizio critico ne è l’espressione sulla base di un criterio valutativo personale che dev’essere nè diffamazione di alcuno e nemmeno servilismo a qualcuno.

Dunque, nessuna bestemmia al Cristo e nessuna ingiuria al credente. Anzi, da notevoli punti di comuni intenti con il Cristo uomo, oltre che “comunista” mi sento anche “cristiano” del Cristo, ma non del post-cristianesimo.

Lo affermo, e non mi stupisce leggere sui giornali che il Papa Bergoglio, gesuita venuto dalla fine del mondo col nome di Francesco, viene bollato di essere comunista quando in Vaticano, il 28 Ottobre scorso nell’incontro mondiale coi Movimenti popolari, le sue invocazioni al sociale me lo fanno sembrare un vero “Papa politico” che non manca di ergersi contro «..il dominio del denaro ed i sistemi di potere finanziario al servizio di imperi sconosciuti..». Concetto rivoluzionario che il Papa ha ribadito ancora il 25 Novembre anche a Strasburgo nel discorso ai potenti del Parlamento Europeo. E certamente non può lasciarmi indifferente questo Papa che combatte dentro un sistema che lo sente estraneo, incitando altresì la moltitudine dei Movimenti popolari a riappropriarsi della democrazia non più formale ma sostanziale. Non faccio fatica, dunque, a sostenere la determinazione di un Uomo che fa il suo dovere di Papa cristiano a ribellarsi al sistema e ad aprire ora la sua Chiesa alle «..periferie che profumano di popolo e di lotta, perchè a loro appartiene il rinnovamento del mondo..».

Concludo il mio fugace viaggio nel sacro con queste concezioni del Papa cristiano-rivoluzionario che predica una liberazione materiale in questo mondo terreno oltre che nel cielo. Parole nuove che fanno parallelo tra CRISTIANESIMO PRIMITIVO E SOCIALISMO, rinvigoriscono il mio spirito e mi consegnano l’illusione del profilarsi di una nuova sindrome caratterizzata dall’azione collettiva di un pluralismo popolare che saprà forse riportarci a riparlare ancora dell’essenza sociale: il solo atto rivoluzionario per ribaltare il sistema e pensare ad un nuovo mondo possibile.

Ed intanto, non posso tacere il mio auspicio che il 2015 possa portare i buoni propositi di un risveglio innovatore di socialità, anche se ancora i tragici fatti di Parigi e la retorica marcia parigina dei potenti ne sono, purtroppo, la dimostrazione di un profondo sonno dell’intelligenza. STA PROPRIO QUI... IL DISSENNATO FANATISMO DEGLI UNI E LA DEMAGOGICA IPOCRISIA DEGLI ALTRI.

Enzo Arena
www.webalice.it/arenavincenzo

tags: 

Commenti

Intervenendo nuovamente solo

Intervenendo nuovamente solo perchè citato, sul tema caro all'amico, dico solo che chi mi conosce bene e da tempo sa bene come la penso: già 35 anni fa uno sparuto gruppo di "audaci temerari" si assunse a Misterbianco la responsabilità ed il "rischio" di mettere per iscritto in un documento il proprio pensiero, allora assolutamente minoritario e controcorrente, sul modo di intendere le feste religiose, gli spari e fuochi e sprechi abnormi ecc. Inutile dire quali pesanti reazioni suscitò quell'iniziativa di pochissimi (tra cui il sottoscritto); su quel tema ora qui sono in parecchi a pensarla allo stesso modo, ed il tempo - anche se talvolta impiega e logora tanto - finisce con l'essere galantuomo. Analogamente è avvenuto per altri campi di impegno sociale, capaci di superare e vincere egoismo e indifferenza, barriere ideologiche, partitiche e di "ceto", estrazione e formazione, che solo col tempo sono stati capiti e apprezzati e si sono diffusi in questi stessi tre decenni sul nostro territorio.  

Al di la del web, di internet e dei social, bisogna conoscersi ed ascoltarsi per capirsi e rispettarsi, e dal dialogo costruttivo con onestà intellettuale - senza pregiudizi nè presunzioni, nè affermazioni o aggettivazioni sfottenti -  può nascere un contesto migliore, a tutti i livelli e in ogni sede, nella libertà di ciascuno.

Roberto Fatuzzo

p.s. spero che le mie parole

p.s. spero che le mie parole non siano ricomprese tra le "divagazioni parolaie", "reticenze" e quant'altro di negativo emerge esplicitamente  tra le righe  di alcuni interventi, così come non credo proprio siano da considerarsi "barricate" le espressioni di chi la pensa come me. E spero proprio di non dover aggiungere altre precisazioni in futuro. grazie.

Roberto Fatuzzo

Sig. Fatuzzo,

Sig. Fatuzzo,

La ringrazio per l’attenzione che ha voluto dedicare al mio post e mi fa piacere essergli alleato sui modi di intendere le feste religiose. Apprendo da Lei, infatti, che assieme ad un gruppo fu Lei stesso firmatario di un documento nel 1980 inteso a non far sprechi di spari e fuochi nelle feste religiose. E questo le fa certamente un merito. Siamo ora nell’anno 2015 (con stesso Parroco e stesso Sindaco) ma in questi 35 anni i mortai hanno continuato a tuonare, anzi Chiesa e Commissione reclamano cannonate addirittura di grosso calibro (vedi nel sito la lettera al Sindaco del Dic.2012 e Manifesto del Sett.2014). Non ne faccio colpa a Lei se le buone intenzioni del suo gruppo non sono prevalse. Altri, evidentemente, hanno ritenuto che più grosso fosse il botto, più soddisfatto ne sarebbe rimasto il santo. Non è, forse, più armonioso il linguaggio delle campane a festa?

Ma si sa che in “democrazia” decide la maggioranza... e nel frattempo il popolo (che subisce i botti) protesta contro l’inquinamento dei veleni della discarica, ignorando invece che anche i fuochi d’artificio rilasciano nell’aria polveri di alluminio, zolfo, titanio, potassio, stronzio, bario, zinco, rame, piombo e altri materiali tossici che, bruciando mescolati, innescano altre reazioni chimiche di composizioni sconosciute: più grosso è il calibro, più polveri velenose vengono sparse nell’aria che respiriamo. Provino le Commissioni delle feste o il Sindaco a chiedere all’ARPA (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) di installare durante le feste religiose o di fine anno le centraline per monitorare i livelli d’inquinamento provocati dalla quantità dei botti. Ci renderemo conto dell’elevata presenza di particelle nocive alla salute. Ma questo è un altro argomento.

Tornando alla questione del sacro, nel momento in cui Lei dichiara il suo onesto pensiero alla pubblica lettura mi avrebbe confortato se avesse voluto darmi il sostegno anche sull’altro elemento più serio di incongruenza parrocchiale, che io avevo introdotto nel mio primo post sull’uso profano del sagrato di Chiesa Madre, molto attinente all’episodio evangelico in cui Cristo nel tempio rovescia i tavoli di coloro che hanno trasformato la Casa del Padre suo in mercato.

Ho voluto replicare a questa Sua distrazione, perchè di Lei leggo il serio impegno che esercita con competenza nell’informazione e, perciò, mi sarebbe stata preziosa la Sua opinione. Di me dirò che rilancio nel sito i miei post senza pretesa di convincere alcuno ma soltanto per veicolare suggerimenti di confronto su fatti verso cui siamo obbligati a farcene una ragione di riflessione.

La ringrazio, comunque, del suo intervento e La saluto con stima.

Enzo Arena

Pagine