Etna Ambiente: in 18 chiedono certezze

lavoratori etna-ambiente Cisl e Cgil chiedono al termine di una assemblea con i lavoratori di Etna Ambiente, la società a capitale pubblico dove il Comune etneo è socio di maggioranza, tenutasi ieri mattina in municipio, che si faccia una volta per tutte chiarezza in Prefettura.
Sulla vertenza che da mesi coinvolge 18 lavoratori impegnati a 36 ore per espletare alcuni servizi del comune etneo, i segretari provinciali Alfio Giulio e Angelo Villari, intervenuti in assemblea, chiederanno l'apertura di un tavolo in Prefettura.

«E' necessario - hanno dichiarato Giulio e Villari - che su EtnAmbiente si faccia chiarezza una volta per tutte e alla luce della situazione attuale, questo può avvenire solo attorno a un tavolo in Prefettura dove i lavoratori dovranno avere certezze sul proprio futuro e su quello della società. Per questo, è necessario che, ciascuno per la propria parte, tanto il Comune di Misterbianco quanto la società - hanno concluso i due segretari - dicano le cose come stanno e producano un bilancio per uscire dall'incertezza».

L'ultima protesta risale allo scorso luglio quando gli operai fermarono le loro attività per 2 ore, chiedendo l'allungamento dell'orario di lavoro a 40 ore settimanali e rivendicando una serie richieste che vanno dalla sicurezza sul lavoro agli indumenti.
Adesso, visti i tagli sui bilanci degli enti locali i sindacati mettono anche le mani avanti chiedendo certezze per il futuro dei lavoratori.

«Chiediamo di avere la certezza della continuità lavorativa per questi dipendenti - hanno dichiarato Attanasio della Felsa Cisl e Materia della Fiom Cgil - perché fino ad oggi non si evince da alcun atto amministrativo e nessun piano aziendale che chiediamo inutilmente da più di due anni alla società senza avere risposte».

I sindacati propongono che le economie derivanti dalla riduzione del personale per i pensionamenti e dal risparmio per l'ente comune, derivato dalla mancata esternalizzazione di molti lavori eseguiti dai lavoratori di Etnambiente, sia nuovamente a loro ridistribuito, portando le ore lavorative da 36 a 40 e pagando eventuale lavoro straordinario. Un allungamento dell'orario di lavoro che nel contempo è richiesto anche dai dipendenti pubblici che qualche anno addietro sono stati immessi in ruolo a tempo determinato e che ancora non svolgo per intero le 36 ore previste dal contratto collettivo di lavoro.

Carmelo Santonocito
La Sicilia
08/12/2011

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