da lasicilia.it
I lavoratori di Etna Ambiente, la società a capitale pubblico con capofila il Comune di Misterbianco, hanno proclamato lo stato di agitazione dopo una assemblea che ha esaminato la situazione di stallo determinatasi nei rapporti con il Comune etneo. La vertenza riguarda 22 lavoratori, che attraverso la Fiom-Cgil e la Ust-Cisl chiedono la riapertura di un confronto con il Comune al fine di scongiurare il licenziamento di quattro unità impegnate ad assicurare alcuni servizi del Comune.
Le organizzazioni sindacali hanno scritto una lettera al presidente di Etna Ambiente dott. Pogliese e al sindaco Ninella Caruso chiedendo, si legge in un comunicato congiunto “che cessi la condizione che tiene da anni i lavoratori ostaggi di decisioni politiche ed amministrative prese, dopo estenuanti trattative, il 31 dicembre”. La vertenza nasce all’inizio del 2009 quando la somma a disposizione per l’affidamento dei servizi è scesa di quasi 180 mila euro, determinando di fatto una riduzione di personale che i lavoratori non accettano, come una riduzione di orario che eviti i licenziamenti. Ultimamente il consiglio comunale in sede di redazione del bilancio di previsione ha impinguato la spesa di altre 50 mila euro più altre 10 che dovrebbero essere a disposizione con gli assetti di bilancio, ma i sindacati chiedono la riapertura di un confronto “serio ed immediato”. Nel frattempo il consiglio d’amministrazione si è dimesso, rassegnando in maniera provvisoria la governance societaria al presidente del collegio sindacale. I rappresentanti della Fiom-Cgil, in particolare, temono che questo incida negativamente sulla vertenza in atto ed in assenza di decisioni annunciano lo stato di agitazione. L’amministrazione comunale ha fatto sapere di attendere il rientro in sede del presidente del Cda di Etna Ambiente per analizzare assieme a lui le problematiche esistenti ed assumere le iniziative necessarie per superare lo stato di stallo della società.
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