Gabriele Lavia, prestigioso ospite a DoppiaScena

Teatro Stabile
Prosegue con successo il ciclo siglato DoppiaScena, nella rinnovata veste nata dalla collaborazione tra il Teatro Stabile di Catania e la Feltrinelli, che ospita gli incontri nel megastore di via Etnea. Il prossimo appuntamento è per giovedì 14 aprile alle ore 17,30 con Gabriele Lavia, autentico signore della scena, in tournée in tutta la penisola col capolavoro di Molière “Il malato immaginario”, magnifico allestimento di cui è protagonista e regista, in scena a Catania per la stagione dello Stabile dal 12 al 17 aprile alla sala Verga.

A salutare il prestigioso ospite, in atto direttore del Teatro di Roma, interverranno il direttore dello Stabile Giuseppe Dipasquale e il direttore della sede Feltrinelli Sunil George Salvini con la responsabile comunicazione ed eventi Sonia Patania.

Beniamino della platea teatrale, cinematografica e televisiva, Lavia si intratterrà con il pubblico in aperto dialogo, formula vincente che caratterizza DoppiaScena. Ad accompagnare l’artista sarà lo scrittore siciliano Sergio Claudio Perroni, autore del romanzo “Non muore nessuno”, la cui versione teatrale è stata presentata la scorsa stagione allo Stabile suscitando alto gradimento e consenso di critica. Agente letterario, traduttore di narrativa inglese e francese (Ellroy, Houellebecq, Moody, Foster, Wallace), editor di fortunati best seller, da “Caos calmo” di Sandro Veronesi a “Le uova del drago” di Pietrangelo Buttafuoco, Perroni è una delle figure più interessanti del panorama letterario.

Particolarmente appassionante si preannuncia dunque l’incontro con il mattatore Lavia, impegnato a dare voce e corpo alla “fissazione” di Argante, la cui condizione è metafora delle vittime soggiogate dal potere, da sempre irretite e manipolate. L’artista torna così a Molière, dopo il trionfo ottenuto con “L’avaro”, che si era aggiudicato nel 2004 i Premi Olimpici del Teatro per migliore regia e migliore spettacolo.

Protagonista del panorama teatrale degli ultimi quarant’anni, Lavia debutta come attore negli anni Sessanta, diplomandosi alla storica Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” e segnalandosi in spettacoli quali “Edipo re” di Sofocle (Teatro alla Scala, 1969) e lo scespiriano “Re Lear”, con la regia di Strehler (Piccolo Teatro di Milano, 1973). La prima prova come regista di prosa risale al 1975, con “Otello” di Shakespeare, al cinema nel 1983 col film “Il principe di Homburg” (Nastro d’Argento al miglior regista esordiente) e nell’opera lirica nel 1983 con “I pellegrini alla Mecca” di Gluck.

Sensibile ai drammi universali dell’uomo, si è misurato con i grandi del teatro, da Shakespeare (“Amleto”,“Tito Andronico”, “Macbeth”, “Riccardo III”, “Otello”) a Strindberg (“Il padre”, “Il pellicano”, “Delitto e delitto”, “La signorina Julie”); passando per Schiller (“I masnadieri”, “Don Carlos”), Kleist (“Anfitrione”, “Il principe di Homburg”, “Il duello”, con un suo adattamento), Cechov (“Il gabbiano”, “Zio Vanja”, “Il giardino dei ciliegi”, “Platonov”), Dostoevskij (“Il sogno di un uomo ridicolo”), Bergman (“Scene da un matrimonio”, “Dopo la prova”).

Significativo l’impegno nel mondo del cinema, per il quale ha firmato la regia di “Scandalosa Gilda” (1984), “Sensi” (1986), “La lupa” (1995), realizzati in un sodalizio artistico e sentimentale insieme all’attrice Monica Guerritore. Negli anni Settanta e Ottanta ha recitato in “Profondo rosso” e “Inferno” di Dario Argento. Altri importanti registi lo hanno diretto sul grande schermo, come Pupi Avati, Francesco Nuti, Gabriele Muccino, Tonino Cervi, Giuseppe Tornatore.

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