I lavori nella storica chiesa di Campanarazzu la Soprintendenza si fa garante del restauro

lavori nella storica chiesa di Campanarazzu
Saranno riconsegnati dalla Soprintendenza ai beni culturali di Catania alla ditta appaltatrice i lavori di scavo e restauro in contrada Campanarazzu dove è venuta alla luce l'antica chiesa madre sepolta dall'eruzione lavica del marzo 1669. A darne notizia l'on. Lino Leanza che su queste stesse pagine si era assunto l'impegno di chiedere al dott. Gesualdo Campo, direttore regionale dell'assessorato Beni culturali, un intervento al fine di sbloccare la situazione di stallo determinatasi nel cantiere e che da due anni ha bloccato i lavori, mettendo a rischio tutto quello che era venuto alla luce, in quanto privo di copertura.

Carmelo Santonocito
La Sicilia
21/01/2012

«Il dott. Campo mi ha comunicato, dopo essersi reso conto della procedura - ha detto l'on. Leanza - che i lavori del primo lotto saranno riconsegnati entro brevissimo tempo e che la soprintendenza di Catania nel contempo consegnerà alla regione il progetto del secondo lotto, al fine di evitare la perdita del finanziamento di oltre 600 mila euro, elargito lo scorso giugno».

Promesse che fanno tirare una boccata di ossigeno sia al parroco Giovanni Condorelli, proprietario del sito per conto della parrocchia, sia ai misterbianchesi che desiderano vedere i risultati dello scavo per adesso non accessibili al pubblico. «Apprendiamo con piacere la possibilità di immediata ripresa dei lavori - ha detto don Giovanni Condorelli - e soprattutto scongiurare la perdita del finanziamento del secondo lotto che è di estrema importanza per proteggere l'interno della chiesa, i suoi altari, il pavimento con le sottostanti cripte che rischiano il degrado da quando il cantiere è stato chiuso».

Che i tempi debbano essere brevi se lo augurano tutti anche perché è da scongiurare l'accavallamento nel cantiere di due ditte diverse, che certamente creerebbe l'insorgere di problemi logistici all'interno del sito. Se i tempi e le promesse saranno rispettate, già con il prossimo inverno il complesso archeologico potrebbe essere coperto ed accessibile ai cittadini, che dopo oltre tre secoli avranno la possibilità di calpestare il pavimento che calpestarono i loro padri, da cui dovettero fuggire perché incalzati dall'imponente eruzione lavica che poi seppellì la chiesa.

Primi scavi nel 2002
I primi scavi alla chiesa madre in contrada "Campanarazzu", sepolta dalla colata lavica del 1669 risalgono al 2002, si è trattato di un primo saggio per comprendere se era possibile recuperare qualcosa. Visti i risultati soddisfacenti la Regione nel 2006 finanziò gli scavi con un contributo di oltre un milione di euro e i lavori ebbero inizio nel 2009 riportando alla luce l'intera navata, i muri perimetrali, l'altare principale e quelli laterali e due cappelle vicine al presbiterio. In seguito ad uno smottamento i lavori furono sospesi anche se nel frattempo il cantiere era stato messo in sicurezza per evitare altri crolli.

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