Il maestro eclettico. La personale di Santo Palmeri

Finalmente un'altra mostra fotografica a Misterbianco. La Bilbioteca Civica accoglie gli scatti di Santo Palmeri.Rigorosamente in bianco e nero.

La composita
varietà con la quale Santo Palmeri dà vita alle sue immagini in bianco e nero
- esposte nella personale della
Biblioteca Comunale “Concetto Marchesi” - rende conto di non solo di una
lunghissima attività “fotoamatoriale” (che spesso è tale solo perché non
integrata nei circuiti ufficiali delle manifestazioni pubbliche e private ovvero
schifiltosamente evitata dalla critica), condensata in anni di apprendistato e
di laborioso spendersi tra lo storico “Fotoclub Misterbianco” ed il
Laboratorio Culturale per l’Immagine “Camera con vista” (quelli che hanno
“prodotto” fotografi del calibro di Angelo Zzaven, tanto per fare
l’esempio più eclatante) ma anche in esperienze di perfezionamento e di
attività in veste di “maestro” divulgatore, specie per i più giovani. E
non è certo un caso che la kermesse personale di questo cinquantaduenne
fotografo sia il naturale completamento della V edizione del concorso “I
Giovani incontrano l’arte”, riservato agli studenti delle quinte classi
elementari delle Scuole Medie Inferiori e Superiori. Adesso Santo Palmeri
raccoglie in una trentina di scatti una enorme mole di passione il cui
ecclettismo (se possiamo utilizzare un paradosso) ne costituisce il
denominatore. Luoghi, situazioni, persone, ombre, paesaggi e natura, raccolte
nell’arco di quasi dieci anni, non
diventano però immagini indifferenziate, ottenute asetticamente dallo strumento
“macchina”, variate per grana, per intensità, per luce, per taglio
piuttosto i gradi di un differente rapporto con il proprio mondo, reso in
maniera assolutamente personale e che si realizza – la fotografia è vittima
del suo sovrappotere ricorda Palmeri citando Barthes, “tanto da essere confusa
spesso per la verità” – negli alberi spogli di un lungomare invernale,
sferzato dalla pioggia, o nella meraviglia di un paesaggio boschivo sul monte
San Leo, nello splendore minimale della luce di un orizzonte, nella lateralità
di un ombra, nell’inquietudine dinamica di giochi di bimbi.

GiCo

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