Sud ...nui simm' 'ro Sud e simm' curt' e nir'/ nui simm' buon' pe' cantà' e ..... faticamm' a fatica'...nui camminammo a pedi..datici u tiempo pa arriv’à.

Il termine Sud viene spesso usato dalle classi abbienti per indicare le aree più povere e meno sviluppate. Più generalmente "il Sud" indica particolari regioni all'interno di una nazione: nel caso dell'Italia con tale termine si indicano i territori appartenenti all'ex Regno delle Due Sicilie (a volte togliendo l'Abruzzo) e includendo la Sardegna. L'annunciata nascita del Partito del Sud, la riscoperta della questione meridionale e lo squilibrio territoriale, rompono, apparentemente, la pax nel Popolo della Libertà, sempre più in ostaggio della Lega Nord. Del resto, un partito nato su un predellino rappresenta solo una risposta pubblicitaria. Di fatto, oggi tra Questione del Nord e Questione Meridionale esiste un nesso conflittuale: si crede che la seconda non esista più, causa il mutamento di paradigma degli ultimi trent’anni. In breve, l’universalismo e il principio di uguaglianza assumono un senso negativo, mentre le disuguaglianze e le distanze sociali diventano un modello positivo. Si tratta del trionfo della “filosofia” costitutiva del liberismo vincente, dove scompare la gerarchia e la differenza tra i luoghi – Nord e Sud – che diventano indifferenti. Entra in crisi il paese unitario, affiora il localismo, sfuma il solidarismo e si parla ormai di sfruttamento dei ricchi da parte dei poveri. Secondo i dati della Svimez, in poco più di dieci anni, tra il 1977 e il 2008, circa 700.000 persone hanno abbandonato il mezzogiorno. Piangersi addosso non aiuta, è controproducente. I giovani del Sud devono smettere di farlo. Devono fare una rivoluzione personale, psicologica.

Di questo ed altro parliamo nel nostro "Bollettino".
Compatibilmente con le difficoltà del momento, auguriamo buone vacanze a tutti.

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