Il tango come valvola di sfogo e come terapia di coppia

Tango
La mia amica mi racconta che anche lei, ogni lunedì, immancabilmente, frequenta, in città, una “fantastica” scuola di tango. Ed immersa in quella calda atmosfera “argentina”, piena di passione e sensualità, s’inebria il corpo e la mente e dimentica il male, “il sofferto giorno” e quinci il mondo. Anche lei, alfine, è stata vinta dalla voglia di tango! E sogna ad occhi aperti…

Angelo Battiato

La febbre del tango impazza. Grandi città o piccoli centri, estate o inverno, non fa differenza: c'è voglia di milonga. Per liberarsi dallo stress quotidiano, per "scaricarsi" da un verso e ricaricare le batterie dall'altro. Il tango - recentemente proclamato dall'Unesco, patrimonio dell'umanità - come valvola di sfogo. Un po' come accadeva già nel primissimo '900 agli immigrati europei nei sobborghi di Buenos Aires che ballavano nelle fumose milonghe di notte, dopo una giornata di lavoro, scaricando energia e recuperando autostima e senso di appartenenza alla comunità.

Negli ultimi anni stiamo assistendo a una vero e proprio boom del tango, rivalutato non solo come forma d'arte, ma anche per le sue virtù terapeutiche. «E' una vera e propria moda che fa bene alla coppia e ha tantissimi effetti positivi, tanto che consiglio alle coppie di regalarsi un corso di tango per un'occasione da festeggiare. Ma occhio: se fra i due ci sono troppi problemi, la coppia almeno in pista rischia di "scoppiare"». Il consiglio è di Serenella Salomoni, psicologa, psicoterapeuta, specialista in sessuologia e terapia della coppia, che analizza il fenomeno, promuovendolo alla fine a pieni voti. «Ballare il tango ha tantissimi effetti positivi - spiega - a partire dall'attività fisica che "costringe" a fare. Ma sono ancora maggiori i benefici psicologici: è difficile infatti che due persone in conflitto o che litigano in modo aspro riescano a ballare il tango. In questo caso, infatti, le regole sono ferree: lui guida e lei deve essere condotta. Non c'è scambio di ruoli, con una donna mascolinizzata e un uomo troppo femminile come accade sovente. Un'inversione di ruoli che nella sessualità non sempre funziona, a meno che non si tratti di un gioco. Dunque il tango rinvigorisce in pista la divisione dei ruoli». Un mix di disciplina, allenamento, intesa che trasforma questo ballo in una sorta di terapia.

«Ecco perché - conclude - alle coppie che vogliono mettersi in gioco, e che non presentano alti livelli di conflittualità, suggerisco di mettersi in gioco e provare a regalarsi un corso di tango ad esempio per San Valentino». Ballo sensuale per eccellenza, sta avendo un momento di grande successo, con un crescente numero di ballerini, scuole e locali sempre più affollati. Ma sta pure cambiando faccia, contaminando tecniche e atmosfere, esce dalle milonghe e sostituisce anche il lettino dello psicologo. Anche negli ambienti più consueti, il tango argentino scopre nuovi stili, più dinamici. Fino a qualche decennio fa ballato a Buenos Aires solo dai vecchi, oggi piace soprattutto giovani. Infine, un ennesimo vantaggio: con la pratica costante, il tango mantiene anche in forma, ogni 30' di ballo si smaltiscono circa 200 calorie. Anche a Catania il suo sviluppo è stato esponenziale a partire dalla fine degli Anni '90. Alle "storiche" associazioni e scuole, "CaminitoTango" di Elena Alberti e Angelo Grasso e "Omertango" di Enzo Mercuri ed Anna Lipera se ne sono aggiunte diverse altre (Muylindotango, Neotango, Catango e ci scusino tutte le altre che agiscono sul territorio e non sono qui citate solo per problemi di spazio) che assicurano una copertura a 360 gradi delle attività correlate a questa disciplina. Ciò consente pertanto di vedere il tango in tutte le sue sfumature in modo che ogni ballerino possa crearsi il proprio modo di ballare.

Perché, come afferma il grande ballerino di "Forever tango" Luis Castro nel suo libro "Vivir Abrazados", «ogni ballerino di tango è unico come unico è ogni individuo, parte da una base di codici comuni e quindi li trasforma in un ballo originale grazie al modo in cui questi codici sono conosciuti, comunicati, usati, connessi, distorti. Non esiste uno stile che sia meglio di un altro, esistono solo le differenze che li caratterizzano. Questa varietà la osserviamo coabitare nelle milonghe, come in una sorta di elogio dello spazio dove i sistemi di ballo codificati nelle diverse epoche sono riuniti nel presente».

(Dal giornale, La Sicilia)

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