Imprenditore condannato per l'incendio di una palazzina a Messina

Palazzo in Fiamme
Un anno e otto mesi di reclusione, pena sospesa, per l'imprenditore cinquantatreenne Vincenzo L'Acqua, originario di Misterbianco. L'uomo era accusato d'incendio e disastro colposo per il rogo, scoppiato nel luglio 2009, in una palazzina di viale Boccetta, a Messina, andata quasi interamente distrutta. L'accusa, rappresentata dal pm Alessia Giorgianni. aveva chiesto la condanna a 3 anni, ma il giudice monocratico Maria Militello ha quantificato in sentenza una pena inferiore.

Al. Ser.
La Sicilia
21/12/2011

Il giudice ha anche disposto l'invio degli atti all'ufficio del pm in relazione alle testimonianze rese in dibattimento da due operai dell'impresa che stavano lavorando al palazzo nel periodo in cui si verificò il rogo. L'imprenditore edile è stato assistito dall'avvocato Giuseppe Pastore del Foro di Catania, mentre i colleghi messinesi componevano il collegio delle molte parti civili, le nove famiglie rimaste senza casa dopo il rogo e il Comune di Messina. A loro il giudice ha accordato una provvisionale, che dovrà pagare l'imprenditore, tra i 5 e i 10mila euro a testa.

Il vasto incendio, scoppiato il 29 luglio di due anni fa, fu solo uno degli effetti, di certo il più grave, di un evento che avrebbe potuto registrare conseguenze di ben altra portata. Non si contarono vittime né feriti, fatta eccezione per due vigili del fuoco costretti a farsi curare per i fumi inalati. L'impresa di L'Acqua in quel periodo stava eseguendo i lavori di ristrutturazione dell'isolato 378: un edificio a due piani, di costruzione non recente. Le fiamme distrussero il tetto e avvilupparono l'intera palazzina: fiamme e fumo danneggiarono anche alcuni edifici vicini.

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