La Carovana antimafia al fianco delle vittime della crisi economica

Carovana AntomafieLa sedicesima edizione della carovana antimafia fa la sua sosta anche a Misterbianco. Promossa dall'Arci Makeba e dal presidio Libera don Pino Puglisi a sostegno di chi lotta ogni giorno per i propri diritti, la Carovana si presenta come itinerario composto da una serie di tappe e iniziative locali che puntano alla diffusione dell'idea di giustizia sociale in cui vengano eliminate sopraffazioni di qualsiasi natura.

Partita il 30 marzo da Tunisi, la manifestazione che attraverserà l'Isola fino a oggi (completerà il tour nazionale il 7 giugno a Milano) ha lo scopo di conferire la voce a tutti coloro vittime della crisi economica, che sta coinvolgendo l'intero paese.

Quest'oggi protagonisti dell'evento sono stati alcuni dei lavoratori di Almaviva Contact che opera nella zona commerciale di Misterbianco. La manifestazione svoltasi al di fuori della struttura per via della mancata autorizzazione della stessa azienda, ha visto intervenire Desirè Arena, dipendente della struttura dal 2003 con contratto a tempo indeterminato dal 2007, Gabriella Ancello dipendente anch'essa dal 2007 e vari dipendenti uniti per contrastare la delocalizzazione all'estero e i possibili licenziamenti. Il «no alla delocalizzazione» di realtà aziendali che operano nel campo della telefonia mobile, sarà ulteriormente affrontato nel flash mob previsto oggi alle 18 in piazza Università.

Ha concluso la tappa della carovana la presidente dell'Arci di Catania Mariagiovanna Italia, la quale ha sottolineato la sua gratitudine nei confronti di una collaborazione che sta consentendo di mostrare quella realtà nascosta che tutti dovrebbero osservare: «Siamo davvero molto contenti che le due realtà locali di Arci e Libera - ha commentato - stiamo lavorando fianco a fianco con l'idea di rimboccarsi le maniche come società civile con l'obiettivo di migliorare la vita per noi stessi e per tutti. Il nostro slogan "Se sai contare, inizia a camminare" fa riferimento al fatto che ogni anno mafia, corruzione ed evasione sottraggono cinquecento miliardi ai cittadini onesti, dunque a questo proposito se noi sappiamo contare non possiamo non iniziare a camminare. Noi non vogliamo trovare un posto nella società ma creare una società in cui vale la pena trovare posto».

Serena Calandra
La Sicilia
06/04/2013

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