La "cuddura cu l'ova", si perpetua un'antica tradizione misterbianchese

Teatro ComunaleNel periodo pasquale si perpetua a Misterbianco un’antica tradizione risalente a tempi e “riti” perduti. “A cuddura cu l’ova”, una specialità tipica e un “culto” popolare che in Sicilia assume i nomi più svariati di provincia in provincia (“aceddi, pupi, palummeddi” ecc.). Una volta era il regalo di Pasqua che si faceva ai propri cari, soprattutto dalla suocera alla futura nuora, o ai padrini, molto prima che nascessero le odierne uova pasquali.

“Cuddure” che si preparavano nei modi più svariati e creativi, per mangiarle o esporle in casa. Anche se molte delle bravissime mamme e nonne non ci sono più, la tradizione nonostante tutto resiste, in parte “rilanciata” da chi l’ha ereditata dalle vecchie generazioni, tramandata con “segreti”, appunti e foto di altri tempi. Un’arte e una passione speciali coltivate e riproposte ogni anno dall’Associazione “Sant’Orsola", con la sua magnifica esposizione giunta alla sua 13^ edizione patrocinata dal Comune.

Fino a Pasqua, la sala del Teatro comunale esibisce circa 130 esemplari di “cuddura” misterbianchese, caratterizzata peculiarmente dai suoi pregevoli decori artistici (uccellini, pulcini, fiorellini e quant’altro) nelle forme e composizioni più svariate e sempre frutto di passione, creatività e lunghissime ore di lavoro amorevole su uova sode o svuotate, acqua e farina senza lievito, e tanti possibili componenti come amido di mais, crusca, colle viniliche, colori e impasti. Una “ricetta” che ciascuno prepara a suo modo, rinnovando e personalizzando modi di allestimento; opere confezionate e donate da tante cittadine di ogni età e condizione (qualcuna oggi anche ottantenne o novantenne), oltre che da alcuni panifici e bar. Tante variegate “opere d’arte”, in molteplici forme e dimensioni, da apprezzare in ogni particolare; piccoli orgogliosi “capolavori”, di cui alcuni commestibili ed altri ad esclusivo uso estetico e tradizionale. Manufatti elaborati con cura certosina da poter anche acquistare con una semplice offerta libera - con lo slogan “aiutaci ad aiutare” - il cui ricavato sarà devoluto a un’associazione per la ricerca e la prevenzione.

Coniugato alla solidarietà, uno “spettacolo” pasquale suggestivo e meritevole di essere fruito, tra le “lezioni” e i ricordi dei nonni, nella nostalgia di tempi e “costumi” andati da custodire perché parte integrante della “cultura” locale.

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
18/04/2019

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