La guerra delle firme apocrife.

Il Centrosinistra invoca le dimissioni della Giunta, presenta un ricorso amministrativo al TAR e un dossier su "Brogli e falsi a Misterbianco". Le ferme repliche della sindachessa Ninella Caruso e del consigliere provinciale Orazio Pellegrino

Stipato negli
spazi angusti della sezione diessina il Centrosinistra di Misterbianco torna
all’attacco della nuova amministrazione ad un mese esatto dalle polemiche
successive alla svolta elettorale che ne ha sancito la sconfitta. E per
sottolineare quello che lo stesso ex vicesindaco Stefano Santagati (e candidato
sconfitto alla prima poltrona) è per la giunta attuale un “momento di
difficoltà e di tensione”, la coalizione di centrosinistra ha presentato nel
corso di una conferenza stampa un corposo dossier sulle elezione amministrative
di maggio che denuncia “brogli e falsi a Misterbianco”. E che va ad
aggiungersi al ricorso amministrativo al TAR che chiede l’annullamento delle
elezioni. Santagati punta l’indice sulle irregolarità di tre liste del
Centrodestra. La prima, l’UDEUR (329 voti, presentata da 498 elettori) deve
essere ritenuta illegittima in quanto mancante la sottoscrizione della
dichiarazione di autenticità del presentante, l’ex consigliere Mario
Adornetto. Nella seconda lista “Insieme per Misterbianco” (1611 voti,
presentata con 552 elettori dal consigliere provinciale Orazio Pellegrino), le
firme risulterebbero, continua il dossier, “apposte da persone diverse da
coloro che risultano firmatarie”. Le firme dell’ultima lista, quella del
Movimento Italiano Democratico (199 voti, presentata da 439 elettori dal
consigliere comunale Benedetto L’Acqua), “sono state apposte da persone
diverse da quelle che risultano firmatarie”. Eppure nei documenti risultano
gli estremi del documento di identità dei firmatari, come è possibile allora
la presenza di una firma falsa? “Quelle firme – puntualizza Santagati –
potrebbero essere state prelevate da liste che non sono state mai presentate”.
A sostegno delle argomentazioni il Centrosinistra si è avvalso della consulenza
di Salvatore Giuliano, perito grafico della Procura Nazionale Antimafia, le cui
conclusioni sono in parte contenute all’interno del documento di denuncia.
Anche alla Commissione Elettorale Mandamentale almeno secondo l’opinione
dell’ex assessore alla Cultura Antonio Biuso, potrebbe essere addebitato un
“atteggiamento perlomeno colposo”, poichè
sarebbe sfuggita, insieme al resto, la dichiarazione di autenticità. Alla fine
Stefano Santagati trae dalla vicenda una conclusione tutta politica: “Tutto ciò
- ha detto l’ex vicesindaco – è una conferma delle nostre intuizioni sulle
irregolarità delle elezioni. Sulla certezza di queste prove non abbiamo dubbi.
Tutti gli eletti sono illegittimi, abusivi e pertanto ne chiediamo le immediate
dimissioni”. A rincarare la dose, l’intervento di Nino Di Guardo: “Non
aspettiamo la risposta dei giudici, il nostro è un processo politico. Avevamo
già sostenuto - aggiunge - che il voto a Misterbianco è stato falsato dalla
presenza del malaffare e dai giochi dei lecchini politici, con l’intento di
strangolare la vita civile di questo paese”. Ammette poi, a proposito delle
false firme, “che il sindaco poteva anche non sapere” ma conclude
drasticamente chiedendo le dimissioni della giunta di Ninella Caruso:
“Commissariamo subito il paese per ridare a maggio del prossimo anno la parola
agli elettori”. La risposta dall’altro lato della barricata non si fa certo
attendere e arrivano immediate repliche durissime. Orazio Pellegrino,
consigliere provinciale: “Non conosco i dettagli tecnici del ricorso ma non ho
dubbi sul fatto che le elezioni a Misterbianco si siano svolte regolarmente e
legittimamente. Siamo ormai all’imbarbarimento della politica”. La sindachessa
Ninella Caruso si pone sulla stessa linea: “Non ho assolutamente
intenzione di dimettermi per una vicenda che tra l’altro non mi tocca. Sono
stata eletta dai cittadini di Misterbianco in maniera trasparente. Per tutti
loro lavoro diciotto ore ogni giorno con il massimo dell’impegno e
dell’entusiasmo. Comunque, ho la massima fiducia nella giustizia”. GiCo.



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