La Piana, programma a fumetti

Massimo La Piana
Chi si aspettava a Misterbianco un'apertura di campagna elettorale da parte di Massimo La Piana rivolta contro il suo compagno di partito, il deputato regionale Nino Di Guardo, che aveva deciso di non sottoporsi alle primarie del Pd, si è sbagliato. La Piana ha deciso di presentarsi al primo appuntamento con la città proponendo di voler costruire una città diversa, che guarda con molta attenzione alle nuove generazioni e soprattutto ai bambini, perché, ha detto, «saranno loro i beneficiari delle scelte che faremo nei prossimi anni».

Carmelo Santonocito
La Sicilia
14/02/2012

E per voler costruire una proposta diversa, il capogruppo del Pd al Consiglio comunale ha deciso di voler prima ascoltare le proposte di professionisti, insegnanti e medici che, al di là degli schieramenti, hanno voluto dire la propria su come si immaginano il futuro della loro comunità.
Per far conoscere agli elettori la strada che intende percorrere e per essere comprensibile anche alle nuove generazioni, La Piana ha scelto il mondo dei fumetti per lanciare le nuove sfide del suo impegno per la conquista della poltrona di primo cittadino.

«Occupazione, patto per il lavoro, ambiente, chiusura della discarica, gestione dei rifiuti, cultura e soprattutto integrazione tra centro e periferia - ha detto La Piana - sono le cose su cui siamo disposti a scommetterci, anche in previsione che il prossimo Consiglio comunale dovrà approvare il nuovo Piano regolatore generale».

«Parlo al plurale perché credo nel gioco di squadra, nella partecipazione e nel contributo di chi condivide il nostro modo di coinvolgere i cittadini. Le proposte che vengono dalla base debbono essere ascoltate, ecco perché abbiamo deciso di farle scrivere in un post e di attaccarli all'albero della sala in cui ci siamo riuniti».

Se nel centrosinistra saranno ormai certamente due i candidati alla carica di sindaco, dal centrodestra, oltre alla proposta dell'ing. Gullotta per il Pdl, dal Mpa non arriva per ora alcun segnale, quasi come se il movimento avesse deciso di farsi da parte e lasciare campo libero agli avversari.

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