LA STRADA: VENTURIELLO E TOSCA RINNOVANO IL CAPOLAVORO DI FELLINI

StabileDopo il grande successo riscosso nella stagione in corso nei teatri italiani, approda a Catania, ospite del Teatro Stabile, La strada, dramma con musiche tratto dall’omonimo film di Federico Fellini, con la sceneggiatura originale di Tullio Pinelli e Bernardino Zapponi e la regia di Massimo Venturiello. Nei panni di Zampanò lo stesso Massimo Venturiello mentre in quelli di Gelsomina Tosca. In programmazione all’Ambasciatori dal 3 al 15 marzo 2009.

In principio era il capolavoro cinematografico di Federico Fellini, premio Oscar nel 1956, poi Tullio Pinelli (sceneggiatore del film) e Bernardino Zapponi ne fecero un adattamento teatrale che diventa oggi un'opera prima di grande coinvolgimento: così La strada inventa, pur mantenendo la trama e i dialoghi del film, qualcosa di nuovo; un’opera rivoluzionariamente teatrale che ritrova la sua innata e profonda dimensione poetica. Foto1; Foto2.

Su quella stessa vena si sposta anche Massimo Venturiello che, in qualità di attore e regista (nonché autore delle canzoni scritte con Nicola Fano, le musiche originali sono di Germano Mazzocchetti), mette in scena insieme a Tosca questa revisione moderna del teatro-canzone.

Sottolinea Massimo Venturiello: “Di fronte a un progetto così ambizioso, la prima inevitabile domanda che ci siamo posti è stata, ovviamente, come uscire dal confronto con uno dei più grandi capolavori della cinematografia internazionale. La risposta l’abbiamo trovata proprio nell’adattamento teatrale, scritto anni fa da Zapponi e Pinelli (quest’ultimo collaboratore alla sceneggiatura con Fellini e Ennio Flaiano), che pur restituendo la trama e i dialoghi del film, inventa qualcosa di nuovo, squisitamente teatrale, spostandosi in una dimensione poetica che va oltre la sfera realistica del film e ci porta altrove. A questo va aggiunto il nostro sostanzioso intervento, grazie alla costruzione di una tessitura musicale e canora che accompagnerà l’intero spettacolo, conferendogli quel taglio epico, a nostro avviso necessario per approdare a una qualche riflessione”.

Protagonisti, sia il rapporto tra le due figure di Gelsomina e Zampanò, col loro insormontabile silenzio, sintomo della difficoltà di ascoltarsi; sia il barnum nel quale vivono, luogo di appartenenza e fonte di vita, che qui acquisisce una valenza narrativa diversa dal solito cliché per diventare invece l’avventura quotidiana di un’umanità forse non troppo lontana.

“La poetica dello spettacolo – spiega ancora Venturiello - è centrata, da una parte, sul rapporto, o meglio sull’impossibilità di un rapporto, tra Zampanò e Gelsomina, sulla loro difficoltà insormontabile di ascoltarsi, e dall’altra, sul mondo in cui essi si muovono (la ‘strada’, appunto) in mezzo a persone, che forse hanno in comune solo la ricerca disperata del sostentamento. Il collante resterà, come nel film, il Circo, anche se assumerà una valenza narrativa diversa, forse un po’ meno naif, a servizio di una messa in scena che si propone di ‘mostrare’, anche con una certa violenza, la tragedia quotidiana di un’umanità forse meno lontana da noi di quanto pensiamo.”

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