La vera storia di Antonio Di Guardo, il Sindaco sceriffo di Misterbianco

Nino Di Guardo Assolutamente fuori dall’ordinario quello che capita al Comune di Misterbianco. Il notevole deficit di governance che abbiamo riscontrato nella classe politica di questo grosso centro del Catanese non può che avere pesantissime ripercussioni sul funzionamento della ‘macchina’ burocratica Comunale, guidata, peraltro da una burocrazia in livrea ossequiosa al volere politico.

Questo connubio politico-burocratico trova un humus di rapidissima crescita nella floridissima situazione finanziaria delle ‘casse’ comunali. Questa ricchezza la desumiamo non per aver visionato bilanci o consuntivi, ma dalla libera generosità e la facilità con la quale i centri di spesa comunali erogano centinaia di migliaia di euro.

Chi ci legge ricorderà che ci siamo interessati, per la prima volta, di Misterbianco lo scorso 21 ottobre, a proposito della delibera di Giunta dell’addetto stampa adottata con il doppio parere sfavorevole del dirigente di settore e del Segretario generale.

Da allora siamo stati letteralmente subissati da decine di segnalazioni di presunte malefatte, in particolare della classe burocratica. Abbiamo scelto tra i tanti quelle che ritenevamo più bizzarre. Chi ne avesse voglia, può avere un quadro completo di quanto scritto su queste colonne a proposito di Misterbianco o digitando in ricerca “Ignazio De Luca”, o cercando gli articoli pubblicati da questo giornale.

Stavolta invece vogliamo occuparci del Sindaco Antonino Di Guardo. Del suo ‘particolarissimo’ modo di amministrare la cosa pubblica.

Ci riferiamo al suo primo mandato quando gli era stato affibbiato l’appellativo di Sindaco sceriffo. Appellativo che si era guadagnato sul campo, quando con la fascia trasversale tricolore, alla testa di un drappello di vigili urbani, piombava in un sito e lo occupava col pretesto della Pubblica utilità.

Correva l’anno 1994 e, come oggi, tanto per cambiare, del resto, c’era un’emergenza rifiuti.

Con le modalità su descritte, il Sindaco sceriffo occupò un appezzamento di terreno di poco più di di 9000 mq, di proprietà del Signor Orazio Francica Nava, per adibirlo a discarica. Discarica a cielo aperto che in pochi anni divenne satura.

Dopo 19 anni – siano arrivati ad oggi, anno di grazia 2013 – va in scena la redde rationem. Il proprietario ha fatto causa e c’è un giudizio pendente presso il Tribunale amministrativo regionale (Tar), di cui il dato più preoccupante è la richiesta di risarcimento quantificata in un miliardo e 200 milioni di euro! Una cifra tale che in caso di giudizio sfavorevole porterebbe il Comune di Misterbianco in default.

Il sindaco Di Guardo, dismessi i panni di sceriffo, con l’attuale mandato di Sindaco, sta cercando di mettere una pezza con l’aiuto di mamma Regione. Ha presentato un piano di messa in sicurezza della discarica satura, ma per accedere ai contributi regionali ha bisogno di acquisire la proprietà al patrimonio comunale.

Lunedì 25 novembre il Consiglio comunale al quinto punto all’ordine del giorno tratterà il caso. Un indennità di 110 mila e rotti euro è stata stabilità come indennizzo per il proprietario, per poter acquisire il terreno al patrimonio indisponibile del Comune.

Ma anche tra le file della maggioranza vi sono spifferi contrari. Infatti l’amministrazione non racconta in modo chiaro cosa voglia farci di una discarica satura e a cielo aperto. Praticamente, si contesta la metodologia del differimento.

Sembrerebbe che il Sindaco Di Guardo amministri il Comune utilizzando ogni scappatoia che il sistema tollera per scaricare sulle amministrazioni future i risarcimenti e le eventuali condanne.

Di primo acchito la nostra affermazione sembrerebbe campata in aria. Proveremo a dimostrare che non è così con alcuni esempi.

Sappiamo che la Giunta Guardo non ha rinnovato la polizza di Responsabilità Civile per eventuali danni a terzi che pesava sulle ‘casse’ comunali per 350 mila euro annui. Perché? Semplice. In 5 anni il risparmio netto sarà di un milione e 750 di euro che possono essere impiegate per amenità strumentali della Giunta.

Frattanto è stato fatto divieto all’ufficio legale del Comune di utilizzare lo strumento transattivo per le liti andando avanti in tutti i gradi di giudizio. Così il cittadino temerario che avesse voglia di intentare causa al Comune, con i tempi della Giustizia, nella definizione di ogni grado di giudizio, qualora risultasse vittorioso, verrebbe risarcito da un altro Sindaco.

Istruttivo e probatorio, di questa tecnica del differimento del danno sulle future amministrazioni, è il caso dell’addetto stampa. Con consapevole scienza la Giunta Di Guardo fa sua una deliberazione malgrado i pareri contrari del dirigente di settore e del Segretario Generale, promuovendo sul campo un dipendente…

Al dipendente, infatti, per ottenere la posizione di funzionario basterà andare davanti al giudice del lavoro che gliela riconoscerà con tutti gli arretrati e dovrà essere corrisposta, naturalmente dall’amministrazione che succederà al Sindaco Di Guardo.

È anche vero che a volte le pentole risultano senza coperchi. Il Sindaco sceriffo occupava il terreno nel 1994 e visto che il metodo gli risultava così bene pensò di rinnovare l’impresa. Una mattina del 1995 svegliatosi, decise che i Misterbianchesi avevano bisogno di un campo di calcio in pieno centro.

Solita scena: fascia tricolore trasversale, si poneva alla testa dell’immancabile drappello di vigili e occupava un terreno in pieno centro cittadino, da adibire a campo di calcio. Che, probabilmente per ragioni di sicurezza, voleva si trovasse di fronte la caserma dei Carabinieri di Misterbianco.

Naturalmente i proprietari hanno fatto ricorso. Con le lungaggini giudiziarie si è arrivati ai nostri giorni. Certamente non vi stupirete se tra i debiti fuori bilancio del Comune esiste una passività di quasi due milioni e mezzo di euro a titolo di risarcimento in favore dei proprietari di quel terreno che il Sindaco sceriffo aveva scelto come campo di calcio in pieno centro cittadino!

Ignazio De Luca
linksicilia.it
22/11/2013

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