La vertenza del call center Almaviva di Misterbianco approda a Roma

Call Center Almaviva MisterbiancoLa vertenza del call center Almaviva di Misterbianco approda a Roma. Nella Capitale, nel primo pomeriggio di lunedì 18 marzo si terrà un incontro tra organizzazioni sindacali, vertici nazionali dell’azienda e di Vodafone. In contemporanea con la riunione, i lavoratori, che oggi 16 marzo hanno effettuato un sit in a Catania, terranno un presidio davanti la sede della società a Misterbianco, dove è previsto un esubero di circa 600 dipendenti.

“Riteniamo inaccettabile l’atteggiamento intimidatorio, discriminatorio e vessatorio di Vodafone – afferma Davide Foti segretario della Slc Cgil di Catania – nessuno può permettersi di scegliere per conto dei propri out sourcer dove e come creare esubero di manodopera, e ricordiamo che nel nostro territorio si decreterebbe la fine di tutta le attività di Almaviva”.

Per il segretario Nuccio Strano, la Uilcom di Catania “non è disponibile ad accettare nessuno dei 597 licenziamenti, perchè riteniamo strumentale l’atteggiamento di Vodafone nel volere a tutti i costi chiudere un centro di eccellenza come Catania” .

Secondo Giovanni Cristofaro, segretario della Fistel Cisl Catania: “è inammissibile che Vodafone decida dove licenziare e dove far assumere” e per questo il sindacato “rigetta qualunque soluzione che possa determinare anche un solo licenziamento a Catania, peraltro sempre sede di eccellenza e qualità”.

Confermano tutto il loro sostegno alle lavoratrici ed ai lavoratori di Almaviva Contact spa del sito di Misterbianco, molti dei quali residenti nei comuni dell’hinterland, i sindaci Nino Di Guardo (Misterbianco, Pippo Glorioso (Biancavilla), Angelo Giuffrida (Motta Sant’Anastasia) e Mauro Mangano (Paternò). “Questo grave momento, nel corso del quale, rischia di venire meno gran parte dell’occupazione soprattutto giovanile – si legge in una nota congiunta dei quattro primi cittadini – che è riuscita grazie al proprio impegno a venire fuori dalla piaga del precariato occupazionale e sociale, viene vissuto da noi con grande attenzione e partecipazione”.

“Il processo di delocalizzazione all’estero di attività, che sta minando nelle fondamenta le certezze di chi, nel lavoro di call center, ha iniziato a costruire il proprio futuro nel lavoro a tempo indeterminato – aggiungono i quattro sindaci – va debellato intervenendo sul sistema delle concessioni governative. Così come l’impegno della nostra migliore gioventù in tale attività e la qualità del servizio reso agli utenti, e che è tale grazie al lavoro, va salvaguardato e premiato”. Secondo i quattro sindaci il destino dei 1550 lavoratori a tempo indeterminato e degli agli altrettanti ancora precari ”non deve essere deciso a tavolino secondo eventuali logiche discriminatorie e nel corso di qualsiasi discussione , chi pensa di poter decidere delle sorti del territorio, deve tenere conto della responsabilità sociale d’impresa. Confermiamo quindi il nostro impegno – concludono i sindaci – a sostegno dei lavoratori e l’apertura di un tavolo di monitoraggio per la ricerca delle soluzioni atte a mantenere l’occupazione stabile e qualificata nel territorio”.

“Mentre la politica chiacchiera la Sicilia rischia di perdere investimenti e posti di lavoro”, dice Totò Lentini (Udc), vicepresidente della commissione Attività Produttive dell’Ars aggiungendo che “è incredibile che di fronte alla legittima richiesta d’interlocuzione espressa da un’azienda leader in un settore ad alto contenuto d’innovazione e che assicura occupazione a migliaia di giovani, le istituzioni, a cominciare dalla Regione, assumano un atteggiamento ottusamente burocratico ed inerte”.

Per Lentini “particolarmente grave è quanto sta accadendo rispetto alla sede di Palermo, dove l’azienda ha chiesto alla Regione di venirle incontro permettendole di restaurare e rimettere in funzione un immobile confiscato attualmente abbandonato, offrendo in cambio di portare nella città la sua sede sociale (con gli evidenti benefici in termini occupazionali e di gettito tributario). In questo senso sono doverosi passi concreti tanto da parte della Regione, che deve cogliere l’occasione di tutelare e promuovere occupazione produttiva e sviluppo, quanto da parte dell’azienda che deve agire e non mercanteggiare. Se è vero – aggiunge l’esponente dell’Udc – che possiamo assicurare occupazione a migliaia di persone con pochi milioni di euro siamo di fronte ad un investimento vero e serio e certo molto meno costoso che pagare, come giustamente si fa in altre situazioni, la cassa integrazione o altri strumenti, mentre possiamo assicurare occupazione produttiva ed a lungo termine.

Lentini che ha già presentato insieme ad altri deputati un’interrogazione parlamentare annuncia che vista l’urgenza della questione “assumerò ogni iniziativa, anche eclatante, perché il Governo regionale intervenga immediatamente. Non mi fermerò – conclude – finché non si daranno risposte certe: non c’è burocrazia o chiacchiera che si possa tollerare quando è in discussione il futuro di oltre 4mila persone!”

catania.blogsicilia.it
16/03/2013

tags: