“I Commissari Straordinari della Discarica Valanghe d’Inverno, in precedenti e diverse occasioni, si sono visti costretti a difendere pubblicamente il proprio operato dagli attacchi e dalle calunniose affermazioni -rivolte contro la loro gestione e direttamente contro le loro persone.
Alle continue, anche recenti, esternazioni pubbliche del sindaco di Misterbianco e dei rappresentanti dei comitati “no discarica” si è aggiunto, domenica 6 marzo scorso, un ineffabile servizio della trasmissione “Le lene”, andato in onda in seconda serata su “Italia l”.
Forse ci si deve rassegnare al fatto che una trasmissione, che fa del grottesco il proprio stile e della caricatura la propria cifra, trascuri le regole minime di una vera inchiesta giornalistica e del rispetto della verità (per esempio, montare il filmato senza fare strame – interrompendole al momento “giusto” – delle dichiarazioni di chi, pur colto di sorpresa per strada sotto le luci di una telecamera, ha nondimeno deciso di rispondere dettagliatamente alla “iena”). Ma proprio per questo, nel mentre si interrogano sul cui prodest tanta ingiustificata e reiterata aggressività nei loro confronti, gli stessi Commissari si vedono ancora una volta costretti a far luce su ciò che è chiaro, naturalmente agli occhi di chi vuol vedere senza pregiudizi.
Si ribadisce e precisa, pertanto, quanto segue.
Il mandato affidato dal Prefetto di Catania ai Commissari aveva ed ha come oggetto la gestione operativa del polo di Valanghe d’Inverno, attivo in virtù di ordinanze del Presidente e dei Dirigenti della Regione Sicilia. La gestione commissariale era ed è quindi destinata a durare, salvo revoca, «fino alla completa esecuzione delle opere previste nel progetto di chiusura dell’impianto».
Le ordinanze, infatti, sono conseguenti allo stato di grave emergenza del sistema rifiuti in Regione Sicilia, ma sono parimenti tutte correlate al progetto di chiusura della discarica e degli impianti annessi. E’ scontato, quindi, che i Commissari di nomina prefettizia erano e sono per mandato vincolati tanto a gestire la discarica {ovviamente in sicurezza e secondo criteri di economicità) finché questa sarà operativa, quanto ad eseguire senza ritardo alcuno le procedure di chiusura non appena tale determinazione sarà adottata dagli Organi Regionali. I Commissari, dunque, non prendono alcuna decisione circa la residua operatività o, al contrario, la immediata chiusura della discarica. Tali decisioni competono esclusivamente alla Regione. Naturalmente, come da legge – v. art. 32, comma 7, d.l. n. 90/2014 – nel periodo di applicazione della straordinaria e temporanea gestione, l’utile d’impresa deve essere accantonato in apposito fondo e non può essere distribuito né essere soggetto a pignoramento, sino all’esito del giudizio penale.
Ciò premesso, occorre ricordare che, subentrata l’amministrazione straordinaria per la Oikos·Discarica Valanghe d’Inverno (19 dicembre 2014), i Commissari – nell’interesse pubblico e secondo il mandato ricevuto – si sono attivati per garantire la regolare ed efficace gestione economica e amministrativa della discarica e, soprattutto, si sono fatti carico sul piano tecnico – interloquendo con gli Uffici Regionali e fermo restando il potere dispositivo degli stessi – delle esigenze da soddisfare per pervenire in sicurezza alla chiusura della discarica medesima.
In quest’ottica, già in occasione della prima di diverse Conferenze di Servizi svoltasi ai primi di gennaio 2015 presso la Prefettura di Catania, alla presenza del Prefetto di Catania Maria Guia Federico, del Presidente della Regione Rosario Crocetta, dell’Assessore Regionale all’Energia Vania Contraffatto, dell’Assessore Regionale all’Urbanistica Maurizio Croce, nonché dei rispettivi vertici dirigenziali, i Commissari hanno rilevato precise criticità tecniche, connesse in particolare a rilevanti cedimenti da erosione e a un deflusso delle acque meteoriche non regimentato adeguatamente, fonte di probabile pericolo per la stabilità delle sponde della discarica. Pertanto, su esplicita richiesta dei dirigenti regionali del Dipartimento Acque e Rifiuti, sono stati avviati “tavoli tecnici” presso la Regione, nel corso dei quali è emersa la necessità di aggiornare il pur valido progetto di chiusura presentato in precedenza da Oikos. Cosicché, si è provveduto, tramite i tecnici che avevano realizzato il precedente progetto, a redigere una proposta progettuale di aggiornamento in cui sono state prospettate le possibili soluzioni (già discusse al “tavolo tecnico”) fra cui quella di un ulteriore abbancamento di rifiuti, finalizzato esclusivamente alla stabilità del versante interessato alle criticità predette. Soluzione che, in prima fase, fu rigettata dalla Regione e poi approvata in un’ulteriore Conferenza di Servizi svoltasi a Palermo, nei locali dell’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente il 28.05.2015, alla quale erano presenti, fra gli altri, i sindaci di Misterbianco e di Motta Sant’ Anastasia e tutti i Commissari straordinari.
All’interno di questa cornice giuridica e fattuale della vicenda si è innescata una pretestuosa, denigratoria e diffamatoria campagna di disinformazione avente come principale attore e propulsore il sindaco di Misterbianco Antonino Di Guardo che, in più occasioni, ha fatto affermazioni gravemente lesive dell’immagine di tutti i Commissari. Tale campagna si è violentemente riaccesa domenica 6 marzo con il servizio delle lene effettuato con interviste improvvisate e aggressive, di cui sono state restituite, con un montaggio fazioso e con grossi tagli, verità distorte e travisate sotto molteplici aspetti, ivi compresa l’implicita attribuzione alla gestione commissariale di fatti anteriori all’assunzione dell’incarico. Ben altro rigore sarebbe stato necessario per far ben conoscere agli utenti i veri fatti, i contenuti delle ordinanze regionali e le conseguenti attività commissariali e per fornire informazioni dettagliate sugli indicatori ambientali, che vengono sistematicamente controllati dalla gestione commissariale e costantemente pubblicati sul nuovo sito web della stessa.
E’ d’obbligo peraltro in questa sede lamentare la gravità e gratuità dell’offesa recata con la sua condotta dal sindaco Di Guardo e dal servizio delle lene all’intera compagine commissaria le nel presentare il collegamento apertamente instaurato tra il necessario aggiornamento progettuale proposto, conseguente alle ordinanze regionali e al conforme parere del Genio Civile di Catania e il compenso che i Commissari percepiranno fin tanto che l’impianto non sarà completamente chiuso. In altre parole, l’intera compagine degli Amministratori straordinari viene accusata di piegare all’interesse privato l’assolvimento del proprio mandato pubblico tralasciando di affermare, per un verso, che i compensi di ieri sono scaturiti da un decreto prefettizio che ha fatto riferimento a precisi criteri di legge, applicandoli nella specie ben al di sotto del minimo previsto e, per altro verso, che i compensi di oggi sono definiti dalle lII Linee Guida emesse dall’ANAC e già pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale.
Va poi rimarcato che i compensi dovuti per la gestione commissariale sono ad esclusivo carico della stessa società gestita, la quale sarebbe stato quindi l’unico soggetto legittimato a lamentarsi – ove mai si fosse riscontrata – di una loro pretesa esosità. Sulla questione dei compensi è, quindi, singolare che a prendere le difese della Società Oikos, ancora oggi soggetta ad interdittiva antimafia, siano invece anche deputati nazionali.
Altrettanto singolare, anzi paradossale, è inoltre che il sindaco del Comune di Misterbianco, mentre continua a condurre, con i mezzi che si è visto, la propria campagna contro la discarica, nello stesso tempo non abbia mancato di pretendere dalla Regione, avanzandone formale richiesta, il puntuale pagamento delle cospicue royalties, al momento corrisposte regolarmente dalla gestione straordinaria al Comune di Motta Sant’Anastasia, sul cui territorio insiste la discarica.
Il vero è che ogni malevola insinuazione contro i Commissari straordinari si scontra con il metodo scrupolosamente seguito nel loro operato: vale a dire, il compimento di ogni atto rilevante della loro gestione sempre d’intesa con il Prefetto di Catania, nonché in stretto raccordo con l’Autorità Nazionale Anticorruzione e, all’occorrenza, dietro apposito parere tecnicolegale dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato. Non è azzardato anzi chiedersi se non siano state proprio l’adozione di questo metodo e il conseguente presidio di legalità che ne deriva a generare eventuali, non confessabili, motivi di pregiudiziale ostilità.
Nell’ambito del proprio mandato e in conformità al quadro tecnico-normativo di riferimento per l’assolvimento dello stesso, la Gestione commissariale, in particolare:
1. si è attenuta alla metodologia operativa per garantire la gestione del polo impiantisco di Valanghe d’Inverno nel rispetto del Piano di Sicurezza e Controllo (PSC), cosi come prescritto dalla Regione Sicilia nella serie di ordinanze dirigenziali e presidenziali che si sono susseguite;
2. ha svolto azioni di miglioramento del Piano di Sicurezza e Controllo ai fini di una maggior affidabilità dei parametri ambientali con riferimento anche all’impatto odorigeno delle attività di trattamento;
3. ha eseguito gli interventi necessari per consentire (propedeuticamente al progetto di chiusura) il corretto abbancamento a discarica delle frazioni merceologiche conferite, dopo il trattamento dei “rifiuti tal quali”, da oltre 90 Comuni ovvero della frazione organica stabilizzata da Sicula Trasporti e della frazione secca prodotta dalla vagliatura dell’impianto di pretrattamento.
Per dare risposta all’esigenza di chiarezza sui criteri gestionali adottati dai Commissari ed in particolare sul controllo degli indicatori ambientali indicati dal PSC, si segnala che nel corso del periodo commissariale i’ARPA Sicilia ha effettuato ben 5 sopralluoghi senza rilevare nulla che determini condizioni di inquinamento ambientale (l’ultimo sopralluogo è avvenuto in data 7 gennaio 2016). Nella stessa giornata Il 2° Dipartimento della Polizia Provinciale Ambiente, Energia e Protezione Civile ha rilevato la corretta gestione di discarica e impianto di pretrattamento e precisato che “le condizioni operative sono buone senza alcun pregiudizio per le matrici ambientali”.
Giova osservare, poi, che destituite di ogni fondamento appaiono le affermazioni fatte nel servizio delle “lene” dal prof. Aurelio Angelini, docente di “Sociologia dell’Ambiente e Ecologia” presso la Facoltà di Scienze Psicologiche e Pedagogiche della Formazione di Palermo. Questi, in modo del tutto generico e, evidentemente, all’oscuro della realtà fisica del sito di Valanghe d’Inverno, si lancia in considerazioni di natura idrogeologica totalmente smentite dagli atti ufficiali di geologi professionali che hanno basato le loro conclusioni su risultati di campagne geognostiche, indagini geoelettriche, verifiche idrologiche di dettaglio, che hanno permesso di ottenere banche dati disponibili a chiunque voglia acquisire una conoscenza dettagliata delle “caratteristiche fisiche” del sito Valanghe d’Inverno.
In particolare è del tutto errata l’affermazione del Prof. Angelini circa il rischio d1 inquinamento delle falde, in quanto la natura geologica delle aree di sedime degli impianti e della discarica presenta una impermeabilità tale (K=lx 10 alla meno 8 cm/sec) per cui l’attraversamento ad esempio di uno strato di 1 metro da parte di un elemento inquinante in fase liquida impiegherebbe circa 317 anni. Poiché lo strato di bentonite del sito su cui poggia la discarica ha uno spessore minimo di 60 metri, lo stesso inquinante in fase liquida per arrivare alla falda sottostante impiegherebbe circa 19.000 anni. Invero, la barriera geologica naturalmente esistente nel sito della discarica costituisce una barriera quasi invalicabile per il percolato.
A riprova di quanto affermato, la normativa italiana vigente in materia per tali terreni non prevede alcuna protezione aggiuntiva (Dlgs 36/2003). Nella fattispecie di Valanghe d’Inverno la naturale protezione offerta dalla bontà geologica del sito è stata ulteriormente migliorata con l’installazione di una barriera artificiale. Circa l’ulteriore sorprendente affermazione del Prof. Angelini che la zona di Valanghe d’Inverno è “ricca di bacini idrici”, che gli scriventi interpretano secondo letteratura corrente come presenza di specchi d’acqua o laghi, è opportuno rilevare che nulla emerge in tal senso dalla cartografia tecnica e dalle foto aeree dell’area interessata. Ed ancora, la frase del docente intervistato che correla “il rischio di frana a effetti sul sottosuolo” è del tutto incomprensibile ad una lettura tecnica, in quanto la frana è un movimento parossistico superficiale mentre il sottosuolo profondo è inteso generalmente antitetico ai fenomeni superficiali. Ritenendo quindi di avere mal compreso l’intervista si rende certamente necessario un chiarimento dello stesso Professore.
Per quanto riguarda poi la questione della “distanza di legge” della discarica dai centri abitati (questione che, di per sé, comunque esula dalle competenze dei Commissari), trasparenza e buon.a informazione avrebbero imposto al prof. Angelini di ricordare che in proposito si è già pronunciato in via cautelare il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia, eliminando ogni dubbio sulla corretta interpretazione giuridica di tale vincolo. I Commissari, naturalmente, non possono che prendere atto di tale pronuncia, che cade, com’è palese, su materia che comunque esula dalla loro competenza.
In conclusione, l’assoluta correttezza della gestione commissariale della discarica Valanghe d’Inverno, sia dal punto di vista amministrativo, sia dal punto di vista tecnico, sia, ancora, dal punto di vista economico, è sotto gli occhi di chiunque sia seriamente interessato a conoscere la verità dei fatti. I risultati economici della gestione commissariale, positivi in termini assoluti, consentono accantonamenti essenziali per dotare la società proprio dei cospicui mezzi finanziari necessari a sostenere gli oneri relativi alle complesse procedure di chiusura in sicurezza della discarica, soprattutto a tutela della salute pubblica.
Tutto ciò rende ancora più sorprendenti le dinamiche di un’ostilità che sembra inspiegabilmente concentrarsi più sui Commissari prefettizi e la loro gestione trasparente e virtuosa, che sull’operatività della discarica in quanto tale. La domanda è, ancora una volta, cui prodest?”
La Sicilia
10/03/2016