L'impegno politico non basta più (non paga)

Ciompi“C'è chi il viaggio lo paga per intero, chi lo paga a tariffa ridotta, chi non lo paga affatto e chi lo paga per tutti”. Possiamo sintetizzare così le abitudini dell'intera classe politica italiana, ed i fatti della Regione Lazio ci informano in quale coma da corruzione profondo versa la politica.

Ma a pensarci bene sono tutte le ramificazioni politiche italiane ad essere sul banco degli imputati. Regioni, Comuni, Province e Parlamento. Un corollario di misfatti alle spalle del povero contribuente, l'unico che paga il biglietto per intero. E' la logica del politico, convinto che chi è tonto (l'elettore) ne subisce le conseguenze. Una visione con dentro la confusione fra cattiva morale e astuzia, il furbo che riesce a prevalere con l’inganno, la destrezza, di chi riesce nell’imbroglio e disprezza e deride chi ne rimane vittima. Con tali metodi hanno costruito un sistema che premia la corruzione, degradando la qualità, l’impegno, la voglia di fare, di costruire, di imparare, di progredire. Sono ben lontani i giorni in cui si suggeriva di impegnarsi in prima persona per cambiare le cose, la società, la politica. Entrare nei palazzi del potere per mutare le cose dall'interno. Oggi questo concetto e superato dai fatti. L'impegno non basta più, anzi, è diventato un alibi per la sopravvivenza di questa classe di politici corrotti. Come a dire che finché ce impegno, sconfitte politiche, fermenti e dissensi controllati, c'è democrazia. Ogni atto di insubordinazione da piazza viene bollato di violenza come un germoglio di terrorismo politico, una turbativa dell'ordine pubblico, mentre loro... continuano a rubare, corrompere, truffare, depredare risorse pubbliche e a non essere puniti penalmente. Abbiamo un Parlamento con oltre cento fra condannati e indagati, colpiti dalla Magistratura da mandati di arresto e assolti dalla “giunta parlamentare” per le autorizzazioni a procedere, inventando teoremi politici e fumus persecutionis in cui il truffatore appare il truffato, mentre le azioni compiute da un soggetto giuridico non sembrano dettate da applicazione della legge o ricerca della verità, ma dall'intenzione di nuocere a una persona. Non è bastato modificare l' articolo 68 della Costituzione in cui non è più necessaria un' autorizzazione delle Camere per condurre un' inchiesta. Bisogna invece chiedere il permesso per perquisizioni, intercettazioni e arresti. In tale valutazione, quindi, dovrebbero pesare soprattutto le esigenze cautelari, il rischio cioè che ci sia il pericolo di fuga, di reiterazione del reato o di inquinamento delle prove. In realtà, come dimostrano i resoconti delle Camere, il tema del fumus persecutionis è sempre rimasto al centro di tutti i dibattiti anche per le autorizzazioni al' arresto. Il parlamento è diventato un organo costituzionale superstite, formalmente non revocato, questa classe politica lo ha reso prigioniero, degradandolo a semplice camera di registrazione. Il notaio dei partiti e dei tecnici al servizio dei poteri economici forti. Il debito pubblico è passato dallo Stato alle famiglie italiane attraverso ogni sorta di tasse. La nostra è diventata una finta democrazia, una democrazia malata, con linguaggi e segni volgari e irriverenti, una democrazia esercitata col segno del dito medio e da postriboli d'alto borgo, fatta di urla, del parlarsi addosso, di chi grida più forte fa bene, e va bene, a coloro che non hanno contenuti da proporre o che, con le urla e gli insulti, cercando di mascherare il vuoto di contenuti politici. E' una democrazia che si regge sul potere pervasivo e controllato dei mezzi d’informazione. Ed io questa finta democrazia non la voglio, non voglio più fornire alibi alla casta, non voglio essere uno strumento involontario di consenso attraverso il mio personale impegno. Non credo che si possano cambiare le abitudini di corruzione con leggi che la stessa classe politica vuole mettere in atto. Sarebbe come se il medico che con la sua terapia ha condotto il malato sull'orlo del finsi vitae, con la medesima terapia ci venga a proporre di riportarla in salute. Mentre la nave affonda non basta più il proprio impegno politico, ma serve una svolta, una svolta diversa dai canoni tradizionali. Come avviene per la lotta alla mafia, cui non basta la Magistratura e le forze dell'ordine per sconfiggerla ma, occorre l'intervento della cosiddetta società civile. Così anche per questi politici occorre l'insubordinazione, la disobbedienza civile, l'appropriazione legittima del popolo dei palazzi della democrazia. In poche parole una sana ribellione di massa. “La ribellione dei Ciompi” che faccia sentire il fiato e la paura sul collo dei corrotti.

Vito Fichera

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