A Misterbianco la politica si fa con la discarica di Motta S.Anastasia

Sede comune - Misterbianco“Nuova maggioranza cercasi. Preferibilmente anti-discarica. Astenersi a favore”. A Misterbianco sono partite le grandi manovre per nuovi equilibri politici. Il sindaco Nino Di Guardo ha appena visto naufragare il progetto politico che l’aveva portato a vincere le elezioni del 2012. E ora cerca nuove sponde politiche. Con aperture che il sindaco ha dichiarato al quotidiano La Sicilia. E che ha ribadito nell’ultimo comizio di sabato: “Nessuna preclusione partitica”. Purché siano contro la discarica.

Già, perché ormai la politica a Misterbianco sembra destinata a farsi su un solo discrimine: la discarica di Motta Sant’Anastasia. Quella storica di Tiritì e il suo ampliamento di contrada Valanghe d’Inverno. Chi è contro, chi è a favore. In gioco c’è l’ampliamento concesso dalla Regione nel 2009. Chi è d’accordo perché la Regione ne revochi l’autorizzazione. E dunque è contro. Chi invece diserta giunta e consiglio comunale per non affrontare l’argomento. E, dunque, per Di Guardo è a favore.

Polemiche non da poco visto che hanno portato alla crisi della maggioranza: dimissioni di un vice sindaco e di un assessore; costituzione di un super-gruppo di 10 consiglieri, non proprio di osservanza diguardiana. Ed ecco allora apparire all’orizzonte le nuove sponde su cui vuole approdare Di Guardo: la rinata Forza Italia e l’Udc, in chiave Articolo 4 ma nella componente di Leanza. I primi hanno due consiglieri; i secondi, quattro. Senza contare la disponibilità del vice presidente del consiglio comunale, Matteo Marchese, eletto nell’MpA. Tutti rigorosamente anti discarica.

Aperture, dunque, senza chiedere convergenze politiche su programmi e obiettivi. Poco importa come la pensino su politiche economiche o sociali, su tasse e tariffe. Argomenti imposti all’ordine del giorno dalle scadenze prossime venture. Poco importa se stavano in altra coalizione concorrente. Basta essere contro la discarica e si può essere arruolati nella nuova compagine.

Una trasversalità che ormai non meraviglia più nessuno. E la storia lo conferma. Gli assessori dimessi, il vice sindaco Carmelo Santapaola e l’assessore allo Sviluppo economico Orazio Panepinto, fino al 2012 erano nella compagine di centro-destra a sostenere il sindaco Ninella Caruso. Per le Amministrative del maggio 2012, Di Guardo ne aveva sfruttato il malessere e li aveva imbarcati nella sua coalizione. Con ottimi risultati: le due liste di riferimento “Misterbianco libera” e “Unione civica per Misterbianco” avevano ottenuto circa il 15% dei voti. Un contributo pesante per la sua vittoria finale.

L’idea, d’altra parte, non era nuova. E l’esperienza maturata da Di Guardo come deputato regionale avrà pure pesato: nel 2010, dalle file del Partito democratico, si trovò a sostenere il “Lombardo quater”, il governo regionale guidato da Raffaele Lombardo e sostenuto da Mpa, Fli, Api, Pd e l’Udc di Casini.

Certo, anche nel caso misterbianchese la coalizione si è rivelata subito traballante e la luna di miele è durata poco. Tanto che da un anno circa è stato grazie all’opposizione che sono state prese molte decisioni in consiglio comunale. E proprio a tali responsabili si rivolge ora Di Guardo: il sindaco, con “quarant’anni di militanza da combattente della sinistra”, è disposto ad aprire a ex autonomisti, ex e nuovi centrodestri. Sempre con i buoni auspici dei lombardiani. Ché non si perda l’abitudine delle antiche frequentazioni. Come finirà?

Rosario Nastasi
catania.blogsicilia.it
15/07/2014

tags: