Piccolo mondo borghese indagato da Servillo nella Trilogia della Villeggiatura

Teatro StabileToni Servillo che rivisita, interpreta e recita Goldoni; è questa la scommessa vincente dell’attore e regista campano con la Trilogia della Villeggiatura che, a partire dal debutto del 2007 al Piccolo di Milano, ha toccato in questi anni più continenti, riscuotendo un grande successo internazionale.

Lo spettacolo approda ora a Catania nell’ambito del cartellone del Teatro Stabile: un appuntamento da non perdere e un protagonista che non ha bisogno di presentazioni, ospitato dal 19 al 31 gennaio all' Ambasciatori, una delle diverse sale che accolgono la ricca programmazione offerta dal teatro diretto da Giuseppe Dipasquale.

Le tre commedie della Trilogia compongono un ampio affresco costruito come una moderna miniserie. Il primo storico allestimento unitario spetta a Giorgio Strehler nel 1954; negli anni più recenti Luca De Fusco e, adesso, la messa in scena personalissima di Toni Servillo, nutrita per temi e struttura, dalla profonda conoscenza del teatro di Eduardo De Filippo.

Le scene sono firmate da Carlo Sala, i costumi da Ortensia De Francesco, il disegno luci da Pasquale Mari, il suono da Daghi Rondanini. Sulla scena agiscono, insieme a Servillo, i rinomati attori della compagnia indipendente dei Teatri Uniti: un folto cast che annovera, tra gli altri, Andrea Renzi, Eva Cambiale, Tommaso Ragno, Paolo Graziosi, Anna Della Rosa, Gigio Morra, Betti Pedrazzi.

Continua così l’articolato itinerario artistico di Toni Servillo, tra i nomi di maggior spicco del panorama teatrale e cinematografico europeo, recentemente pluripremiato anche per le superbe prove sul grande schermo in Gomorra di Matteo Garrone e Il Divo di Paolo Sorrentino. «Ciò che conquista della Trilogia - sottolinea - è la sua assoluta originalità, la sua perfetta architettura teatrale; assistiamo alla trasformazione dei personaggi in persone i cui destini, le cui emozioni, ci riguardano e ci toccano profondamente».

È l’affresco di un’epoca contemporanea a Goldoni, ma anche della nostra, è questo che la rende moderna. Cambiano le situazioni, le ambientazioni, ma il modus vivendi borghese rimane pressoché invariato: straordinariamente attuale ed espressione di un piccolo mondo indagato nella sua smania di esserci ancor prima d’essere, desiderio smodato d’apparire, che trova espressione di sé nello status symbol dell’andare in villeggiatura.

Nella prima nota dell’autore a chi legge, Goldoni spiegava: «L’ambizione de’ piccioli vuol figurare coi grandi, e questo è il ridicolo ch’io ho cercato di porre in veduta, per correggerlo, se fia possibile»; affresco dei tempi e intento satirico - pedagogico, dunque.

Nelle Smanie per la villeggiatura è la vanità a far da padrona, un’agitazione insensata e disordinata per i “pazzi preparativi” prima della partenza; nelle Avventure si osserva la “folle condotta” nell'eremo di Montenero, presso Livorno, l’emulazione del benessere, gli amori sbagliati, i contratti matrimoniali e, nel finale Ritorno, le “conseguenze dolorose che ne provengono”, avvolte dalla malinconica aura del rientro alla vita ordinaria.

Ad emergere è soprattutto la storia dell’educazione sentimentale di quattro giovani, Vittoria, Giacinta, Leonardo e Guglielmo, ritratti in una vacanza dalla vita, metafora di noie ed isterie; a livello linguistico la feroce satira goldoniana si esprime attraverso un ritmo ternario e una recitazione accelerata.
Come si è anticipato, la regia di Toni Servillo s’ispira molto alla lezione di Eduardo, su cui ha lavorato lungamente, scegliendo, come lui, di dar voce a quell'uomo medio italiano, protagonista anche della Trilogia goldoniana

tags: