Platonov : il testo postumo di Cechov rivive attraverso la rivisitazione di Nann

Teatro Stabile"L’eroe senza volontà", questa la sintesi tematica che il direttore del Teatro Stabile di Catania, Giuseppe Dipasquale, ha assegnato a Platonov, rivisitazione dell’omonimo dramma cechoviano, in scena dal 17 al 23 novembre al Teatro Ambasciatori di Catania. Tra le sintesi, che il direttore ha associato ad ognuna delle proposte del cartellone del TSC al fine di illustrarne il tema principale, quella di Platonov condensa al meglio non solo le tematiche dell’opera di un insolito Cechov - lontano dal creativo autore de “Il gabbiano” che tutti conoscono -, ma anche le caratteristiche di un insolito eroe.

Il dramma, che si rinnova attraverso l’adattamento in chiave moderna del regista Nanni Garella, aprirà la stagione 2009-2010 dello Stabile di Catania, tre giorni prima dell’inaugurazione ufficiale del cartellone del TSC, affidata alla novità assoluta Diceria dell’Untore, dal romanzo di Gesualdo Bufalino, che schiera due prestigiosi artisti come Luigi Lo Cascio e Vincenzo Pirrotta.

Nomi di spicco anche in Platonov, un allestimento in cui si rinnova il sodalizio artistico tra il regista Nanni Garella e l’attore Alessandro Haber che testimonia la sua particolare sensibilità per i personaggi cechoviani.

In quest’opera giovanile senza titolo del 1880-1881 – etichettata poi dai critici come Platonov – emerge quella contrapposizione tra due mondi, la nobiltà e la borghesia mercantile, che riapparirà nelle maggiori opere dello scrittore.

Ritrovata un paio di decenni dopo la morte dell’autore, che aveva lasciato accenni ad un lavoro forse perduto o che aveva intenzione di distruggere, è stata pubblicata postuma nel 1923. Un testo incompiuto, sebbene «incompiuto per eccesso di materia», come ha sottolineato il regista Nanni Garella, che insieme alla studiosa Nina Tchechovskaja ha realizzato la versione italiana con un’ampia riduzione drammaturgica.

Nei panni di Platonov, Haber incarna i tratti negativi di un personaggio abulico e privo di volontà, un Don Giovanni riletto e calato nel profondo della provincia russa, modellato sull’opera di Molière, con echi dalla grande letteratura russa di Puskin e Turgenev.

Il quadro sociale descritto in Platonov non è molto lontano dal nostro mondo, un mondo di decadenza, con gravi problemi economici, dove i rapporti sociali si disgregano. Questo ha permesso a Nanni Garella di ambientare il dramma alla fine del Novecento, nella Russia della Perestrojka, vestendo gli attori con abiti moderni.

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