Polo commerciale è «grido di dolore»

Zona Commerciale MisterbiancoIlluminazione, viabilità e segnaletica, pulizia, verde, vigilanza e sicurezza, infrastrutture e collegamenti, bus navetta e parchi giochi, necessità di agevolazioni nelle imposte sulle insegne e sui rifiuti e in genere sui tributi locali, adozione di strumenti normativi e autorizzativi flessibili e incentivanti: questi sono solo alcuni dei problemi che da anni affliggono la zona commerciale di Misterbianco, e che la locale Confcommercio ripropone ora con vigore all'attenzione dell'amministrazione comunale per dare un futuro a una realtà che una volta costituiva un fiore all'occhiello dell'economia della provincia etnea e adesso rischia il tracollo.

Al Forum, organizzato dalla Confcommercio di Misterbianco, per il recupero della zona e il rilancio delle attività commerciali, hanno preso parte l'assessore comunale allo Sviluppo economico, Orazio Panepinto, alcuni consiglieri comunali, professionisti, rappresentanti sindacali e di varie imprese grandi e piccole.

La presidente della Confcommercio di Misterbianco, Giovanna Giuffrida, con i due vicepresidenti Gaetano Musumeci e Josè Recca e il segretario Francesco Fazio, hanno ribadito l'esigenza di affrontare in maniera decisa le problematiche irrisolte che continuano ad investire il settore del commercio misterbianchese, rilanciando il «grido di dolore» e le proposte dell'associazione riassunte in un documento del maggio 2010, volte a superare le molteplici criticità del polo commerciale ed a creare i presupposti per una svolta e un rilancio indispensabili e indifferibili.

Ne è nato un vivace dibattito che i presenti si sono impegnati a tradurre (anche tramite un gruppo di lavoro operativo) in iniziative concrete. «Il Polo commerciale di Misterbianco, con le sue centinaia di imprese del commercio, dei servizi, dell'artigianato, della logistica, del turismo e delle piccole e medie imprese, con i suoi circa duemila addetti costituisce un patrimonio da non trascurare e disperdere. Ma mancano purtroppo le risorse economiche, sia all'Ente locale sia alle famiglie, e tutto diventa più difficile. E se mancano il lavoro, l'occupazione e il reddito, è davvero arduo auspicare una ripresa dei consumi e uno sviluppo delle imprese», ha ricordato tra l'altro nel suo intervento Rita Ponzo, segretaria provinciale della Fisascat Cisl.

Si può e si deve partire dalla piccole cose fattibili quanto necessarie, ma anche allargare orizzonti e prospettive con la lungimiranza, la programmazione e un coordinamento che sono fin qui mancati per lunghi anni. La politica può e deve dare risposte, a esempio con gli interventi strutturali e funzionali richiesti, sugli alti oneri di urbanizzazione, sulla tassazione, e con il Piano regolatore generale e un'adeguata riqualificazione territoriale. Il Comune deve dare prestissimo segnali concreti di attenzione e promozione, ma deve avere soprattutto un'idea chiara di sviluppo reale dell'area, inserendola nella pianificazione di buone prassi, in piani integrati di sviluppo territoriale, su cui in verità sono mancati finora i progetti delle aziende da proporre al Comune stesso e all'Europa. Non a caso si è parlato anche di progetti e finanziamenti europei, di «Piano città» e Patto dei sindaci, di mobilità sostenibile e di Piano d'azione energia sostenibile. In una visione complessiva intelligente e moderna, che assicuri davvero un futuro all'area commerciale.

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
06/04/2014

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