Ormai è sempre più chiaramente una “terra dei fuochi” di casa nostra. Diffuse ed esasperate le proteste dei cittadini a Misterbianco dopo due nuovi giorni di puzza insopportabile che ha ammorbato l’aria soprattutto nelle ore pomeridiane e serali. Odori nauseabondi provenienti innegabilmente dalle discariche vicine solo poche centinaia di metri in linea d’aria dal centro abitato. Una da chiudere (Valanghe d’inverno) e la precedente, chiusa, da bonificare (Tiritì).
Discariche contro le quali finora nulla ha potuto, dalle proteste alle manifestazioni, dalle denunce ai processi, dai dossier alla Commissione bicamerale sugli ecoreati. Appunto, “reati ambientali” ora previsti e sanzionati dalla legge ma che qui si perpetuano restando sistematicamente impuniti.
La perenne “emergenza rifiuti” non solo lascia aperta la discarica di Valanghe d’inverno, vanamente dichiarata illegale e da chiudere, ma addirittura ne moltiplica – con continue pervicaci ordinanze regionali - gli abbancamenti di immondizia da mezza Sicilia nella asserita “mancanza di alternative”, mentre passano anni sulla pelle di una comunità di 70 mila abitanti (compresa Motta S.Anastasia, nel cui territorio si trovano i megaimpianti-pattumiere).
E mentre si susseguono sanzioni europee, diffide governative centrali, ipotesi di “Piani regionali” tuttora fantomatici ma anche di inceneritori “moderni”, e allarmi e proposte degli ambientalisti, tutto prosegue come e peggio di prima, con la differenza che nel frattempo la gestione del megaimpianto dell’Oikos è stata affidata ai commissari prefettizi che ne vantano “i più moderni standard europei” e gli “introiti” (che dovrebbero servire per le bonifiche a futura chiusura). Ed il presidente Crocetta reitera imperterrito le sue ordinanze di proroga della discarica (che abbanca oltre mille tonnellate di rifiuti al giorno).
I cittadini di Misterbianco, di persona e sui social, hanno richiesto ancora una volta e con forza negli ultimi giorni iniziative e provvedimenti. Ed il sindaco Nino Di Guardo ha denunciato ancora - tramite i Carabinieri - alla Procura della Repubblica di Catania questo “inquinamento atmosferico ed ambientale, un attentato alla salute pubblica che configura gravi ipotesi di reato” chiedendone la cessazione e la punizione dei responsabili: ”Noi non ci rassegniamo, e vogliamo giustizia”.
In un comune che vanta già una raccolta differenziata invidiabile, la più alta in Sicilia e nell’auspicata media nazionale, i cittadini denunciano: “Le ultime statistiche sulla “Terra dei fuochi” denunciano ora correlazioni tra discariche e gravi patologie. Mafie e arricchimenti ce l’hanno e l’avranno sulla coscienza. E noi vogliamo un futuro da vivere”. foto
La Sicilia
17/01/2016