Cosa significa P.R.G.?
Beh gli addetti ai lavori rispondono subito: Piano Regolatore Generale.
Se poi chiedi: di cosa si occupa il P.R.G.?
La stragrande maggioranza risponde: Si occupa di regolare le costruzioni all’interno di un territorio. Quindi per molti, e forse per la stragrande maggioranza, è solamente una questione tecnica, di competenza quindi di geometri, ingegneri, architetti, periti etc.
Pochi sono quelli che riflettendo sulle parole “Piano”, quindi progetto, “Regolatore” che regola e “Generale” che riguarda tutti, comprendono che il Prg non è una vicenda legata esclusivamente al mattone, poiché da quel mattone dipenderà la vita sociale ed economica di una comunità e da quel mattone, si afferma una identità storica e sociale che altrimenti potrebbe essere condannata a scomparire.
Quando qualcuno si ferma a riflettere su queste cose e lo fa a voce alta, come mi è capitato spesso da un anno a questa parte, chi ascolta comprende che la posta in gioco è alta, e che non si sta discutendo del semplice mattone o se sul mio fazzoletto di terreno mi permetteranno di mettere un solo mattone o dieci, ma se io potrò continuare a riconoscermi nella comunità in cui sono nato e cresciuto e se la storia, non mia, ma della mia comunità è destinata ad essere conosciuta dalle future generazioni oppure è condannata a scomparire.
Ecco perché il Prg, o il suo schema, non può essere affrontato come una semplice delibera che arriva sui banchi del Consiglio comunale per essere approvata.
Quella proposta di delibera, come sempre accade per le scelte importanti, deve essere dibattuta e discussa con cittadini, associazioni, tecnici, partiti politici per recepire quante più idee possibili prima di essere adottata.
Un iter che è accaduto già dal 1993 in poi e che adesso invece, non si riesce a ripetere.
Negli ultimi dieci mesi abbiamo sentito l’ing. Erbicella, (è il consulente del comune per il Prg) che per ben due volte ci ripete le stesse cose ed in entrambe le occasioni si è avuto, forse mi sbaglio, la percezione che il dibattito, il confronto, non fosse tanto gradito.
Ma si sta parlando del futuro del nostro comune, di un futuro che dobbiamo consegnare alle nuove generazioni alle quali dobbiamo dire cosa vogliamo consegnare.
Cosa vogliamo fare del nostro territorio?
Forse dopo gli errori del passato desideriamo ancora avere quattro realtà territoriali diverse senza alcuna integrazione?
O forse è vero il contrario, cioè che queste quattro realtà sono bene integrate tra di loro tanto da essere considerate un “unicum”, da non confondere con l’amaro tanto buono?
E se non sono una unica realtà territoriale, sociale, storica ed economica, quali di queste quattro dovrà espandersi?
Ed a che prezzo?
Ed ancora, desideriamo insistere in un piano Matteotti che non è mai decollato e che ha di fatto arrestato la possibilità per i misterbianchesi ed i loro figli di continuare ad abitare ed aggregarsi sul territorio originario su cui è stato ricostruito il comune nel 1670?
E’ possibile accettare che gli oneri di urbanizzazione costino, in alcune parti del territorio, dieci volte in più di quanto costano in centro storico? O forse sarebbe più giusto adeguare quelle in centro storico e diminuire le altre in modo da permettere ai cittadini di non dissanguarsi?
E’ pensabile prevedere ancora edilizia economica e popolare oppure permettere ai cittadini di costruirsi la propria casa senza speculazioni edilizie?
Per un territorio come il nostro, massacrato dall’abusivismo edilizio degli anni Settanta e Ottanta, oltre che dalla possibilità regolamentare di edificare nel passato 5 mc al mq è opportuno ancora prevedere la realizzazione di cubature alte del tipo 2,5 o 3,5 mc al mq o forse è meglio abbassare le colate di cemento, non permettere nessuna speculazione e consentire ai cittadini di edificare casa propria o per i propri figli?
E la zona commerciale?
Bisogna allargarla come si è fatto fino ad oggi oppure bisogna riqualificare quella già esistente dove i capannoni sono in gran parte vuoti?
E la Madonna degli Ammalati?
Dobbiamo continuare a prenderci in giro come facciamo da oltre trenta anni, prevedendo che si possa costruire dappertutto in quell’area che deve partire da piano Felis per arrivare al Santuario, in modo che tutti siamo contenti, ben sapendo che la Regione poi non lo permetterà, come è avvenuto, ma nel contempo vengono edificati, come è accaduto dei veri palazzi in condominio?
Oppure è una idiozia pensare di prevedere una zona, non come quella prevista che è impossibile da attuare, dove si dia la possibilità ai misterbianchesi di avere la casa in campagna, utilizzando standard di edificazione bassissimi e tipologie di costruzioni ben definite con uso di materiali che si sposano con l’ambiente?
O invece bisogna continuare ad autorizzare in zona agricola, volumi per deposito attrezzi, ben sapendo che diventeranno case di abitazione o per villeggiatura?
Non so quanti interrogativi mi sono posto scrivendo questo intervento, ma sono sicuro che ce ne possano essere tanti altri, altrettanto importanti che penso sia opportuno discutere e dibattere.
Non sprechiamo questa occasione se vogliamo bene al nostro comune.
Commenti
Benissimo fa Carmelo
Benissimo fa Carmelo Santonocito ad evidenziare la fondamentale importanza del Piano regolatore Generale per la città e i cittadini. Non quindi solo materia riservata per tecnici ed esperti, ma di tutti, e che quindi necessiterebbe della partecipazione e del contributo propositivo di tutti. Così come dovrebbe essere "partecipato" anche il bilancio del Comune, come "bilancio sociale" (e ci spero...).
Il Piano Regolatore generale è, o dovrebbe essere, il principale strumento programmatorio e di pianificazione del territorio, da governare e non da "subire". Strumento per il pubblico e non solo per il privato, sia esso cittadino o Azienda. Come diceva qualcuno, "anche il territorio è un'opera d'arte". E va pensato e ripensato a misura d'uomo, di bambino, di anziano, per l'oggi ed il domani. Con competenza e lungimiranza e solidarietà, perseguendo l'interesse davvero generale. Di certo non per i più forti, i più potenti, i più furbi. Con norme urbanistiche che abbiano valore vincolante per permettere vivibilità e sviluppo non solo sul piano strettamente "funzionale", ma anche per la "bellezza" e l'utilità sociale di ogni dettaglio. Per questo il PRG deve essere ben ponderato e condiviso con tutte le realtà del territorio, che a loro volta non possono ignorare tale diritto ed opportunità nè limitarsi a prospettare eventuali soluzioni egoistiche. La sicurezza, la viabilità, il decoro urbano ed il diritto di vivere degnamente il proprio territorio sono ovviamente priorità imprenscindibili.
Il nuovo strumento urbanistico deve tendere alla bellezza della città, deve determinare il rilancio dell'edilizia, ma nell'interesse dei cittadini e non solo di chi costruisce. Deve vincere e prevenire ogni abusivismo. Deve prevedere il più possibile la fruizione di piste ciclabili, di spazi per bambini e anziani, il verde, i parcheggi, i collegamenti, spazi per nuove strutture importanti sia sociali che sportive (scuole, piscina comunale, ecc.), nonchè per il commercio e l'artigianato, collegamenti adeguati e alternativi con le frazioni, gli altri comuni e l'aeroporto, residenze di villeggiatura, ecc.; deve prevedere luoghi e contenere norme per la costruzione e la ricostruzione nel rispetto delle importantissime e moderne regole di prevenzione e protezione, ai fini di quella "protezione civile" (non superficiale) tanto citata a volte ma tuttora snobbata o ignorata (e le tragedie ricorrenti, ed i rischi sismici e vulcanici dovrebbero imporcelo seriamente); un regolamento per le installazioni che tuteli i siti sensibili. L'ingegneria paesaggistica dovrebbe prevedere tra l'altro la rivalutazione dei Sieli come parco naturale, del Campanarazzu, dei coni lavici di Erbe bianche, ecc. Rendendo possibile nel tempo quello che oggi magari la mancanza di risorse economiche dell'Ente locale sembra precludere.
Io non so quanto di tutto questo, ed altro necessario od opportuno, sia previsto nello schema di massima del PRG di Misterbianco in corso di definizione dopo tante fasi laboriose e travagliate. So solo che era nei programmi dei candidati a sindaco. E so che una programmazione regolata e partecipata del nostro territorio è una carta d'identità della Misterbianco che sarà, e corrisponderà al livello di civiltà, cultura, dignità, legalità e creatività (e non solo di capacità tecnico- urbanistica) che l'amministrazione tutta e la comunità vorranno e sapranno esprimere.
Un'occasione da non sottovalutare e da non perdere, per tutti! E spero che al di là di ogni dialettica tecnica e politica si riesca ad immaginare e riscrivere Misterbianco da subito, realisticamente ma con grande senso di responsabilità e di solidarietà e cura del bene collettivo, dimostrando capacità, impegno e volontà politica di costruire un territorio degno di essere vissuto.
Vito Arena non é un vero
Vito Arena non é un vero esperto di tali problematiche amministrativo-legislative, anzi, a dire il vero, lo é pochissimo e non se ne vergogna a dirlo, né se ne fa una colpa. Ma crede anche che non ci vuole un grande sforzo di intelligenza a capire che l'intervento del buon Carmelo é dettato da una sincera preoccupazione per la futura vita sociale del suo Paese, prima, e dalla speranza che chi ha la responsabilità delle decisioni in merito a questo problema, poi, prenda seriamente nella giusta considerazione i dubbi e i timori esposti nelle sue parole di monito, per evitare errori e tardivi ripensamenti."Quella proposta di delibera....deve essere discussa con cittadini.." (= la maggiore democrazia possibile quando si decide per il bene dei cittadini tutti!); "Dopo gli errori del passato desideriamo ancora avere quattro realtà territoriali diverse senza alcuna integrazione?" (= uguali tutti i Misterbianchesi?... ma quando mai!!!") C'é bisogno di puntualizzare altri punti della discussione?...Sarebbe più opportuno che i politici scendano ora e subito dal loro scanno e si mettano a girare per le strade, a contatto dei cittadini, per sentirne le sacrosante opinioni... Questa é la mia! D'accordo con Carmelo Santonocito, per Misterbianco. Ciao ai miei concittadini.
confesso che non riesco a
confesso che non riesco a farmi un'idea sul PRG e partecipo solo marginalmente alla discussione nata da quest'articolo.
mi rimetto a chi ha più esperienza, ponendo delle semplici domande:
1) i misterbianchesi conoscono il piano regolatore?
2) dove è possibile visionarlo? esiste una versione online?
3) è comprensibile dai non addetti ai lavori?
Per Pietro Santagati
Per Pietro Santagati
Credo proprio che i Misterbianchesi non lo conoscano affatto il Prg. Certo che è possibile visionarlo, la procedura è pubblica anche se on line non credo che ci sia. Il Prg non è un fatto riservato agli "Addetti ai lavori" ma alla cittadinanza, ma bisogna essere chiari sugli obiettivi che si prefigge di raggiungere. Fino ad oggi i partiti politici, se ancora esistono, non hanno preso posizione e questo è preoccupante in quanto dovrebbereo dire alla gente se sono d'accordo o meno. Non vorrei che l'inesperienza possa giocare brutti scherzi. Comunque, dal momento che il Prg è uno strumento di programmazione urbanistica sul territorio, almeno desidererei sapere cosa succede al nostro comune: le frazioni continueranno a crescere mentre il centro resterà bloccato? Madonna degli Ammalati sarà lasciata in abbandono? Sarà integrato il centro storico con i quartieri più vicini di S. Chiara come è successo in passato con la zona Toscano? Come vedi sono domande di facile comprensione che il Prg poi mette in ordine, ma credo che la politica debba dire cosa succederà con questa proposta di Prg, se questa proposta è quella che vogliono.
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