Un ordigno esplosivo risalente al secondo conflitto mondiale è stato ritrovato nelle campagne adiacenti la zona commerciale del centro etneo. Ad accorgersi della presenza dell'ordigno un cittadino che attraversava a piedi la campagna, probabilmente in cerca di verdura selvatica, e che, visto il proiettile, ha subito chiamato i carabinieri della Tenenza di Misterbianco che hanno raggiunto la zona con una pattuglia.
Dal primo accertamento l'ordigno, con molta probabilità un proiettile da mortaio, risulta lungo una trentina di centimetri con un diametro di circa dieci e si trova in pessimo stato di conservazione, probabilmente perché rimasto, per oltre settanta anni esposto alle intemperie. La zona è stata subito circoscritta dai carabinieri e opportunamente recintata e delimitata per evitare intrusioni, anche se il posto viene presidiato dalle forze dell'ordine.
Come sempre in queste occasioni è stata allertata la Prefettura di Catania alla quale tocca per competenza la direzione delle operazioni di rimozione dell'ordigno che avverrà probabilmente nei prossimi giorni con l'ausilio del Genio guastatori di Palermo di concerto con l'Asp Catania e la locale tenenza dei carabinieri e della polizia municipale.
Nell'area a sud del centro etneo, non è la prima volta che vengono ritrovati ordigni bellici: in contrada Gilestre infatti esisteva una piccola polveriera con munizionamento vario per la compagnia di artiglieria dell'esercito italiano che presidiava il territorio.
Nel luglio del 1943, subito dopo lo sbarco degli alleati e l'avanzata sul territorio, gli stessi militari italiani diedero fuoco alla riservetta di munizioni per evitare che gli ordigni entrassero in possesso sia delle forze alleate che della divisione tedesca Goring che si ritirava. Il fragore dello scoppio svegliò la popolazione e illuminò il cielo, come ancora oggi ricordano i più anziani. L'abbandono dei militari e la distruzione di armi, lasciò sul territorio numerosi ordigni e armi nel corso degli anni sono venuti alla luce e fortunatamente resi innocui.
La Sicilia
30/10/2013