Shylock-Il mercante di Venezia in prova: grottesco cabaret sul denaro e sul concetto di teatro

Moni Ovadia e Shel Shapiro


Dopo il successo della produzione inaugurale "Cavalleria rusticana", la stagione 2010- 2011 del Teatro Stabile di Catania prosegue fino a luglio con altri interessanti allestimenti prodotti in proprio e un' accuratissima selezione di spettacoli ospiti. Già il mese di gennaio ha in serbo un numero record di debutti, addirittura quattordici: alla programmazione nelle sale catanesi si aggiunge infatti la rete dei “teatri di cintura", avviata a Trecastagni, Enna, Adrano e Comiso.

Si moltiplicano così gli appuntamenti, armoniosamente inseriti dal direttore Giuseppe Dipasquale in un cartellone impaginato all’insegna di un tema conduttore fortemente indicativo, “il tempo della musica”: richiamo al convulso momento di crisi, che il linguaggio musicale incarna ed esorcizza più e meglio delle parole. Scelta evidente già nel primo titolo dell’anno, Shylock-Il mercante di Venezia in prova, dal 4 al 9 gennaio al Teatro Ambasciatori, interessante esempio di teatro musicale, rivelatosi tra i maggiori successi della scena nazionale.

Moni Ovadia, Roberto Andò, Shel Shapiro: un magnifico terzetto ha lavorato insieme per dar vita ad un allestimento chiaramente ispirato al capolavoro del Bardo di Stratford-on-Avon. Lo spettacolo ha debuttato nel luglio 2009 a Verona proprio nell’ambito del 61° Festival Shakespeariano, e sulla scia della prima tournée 2009-2010, affronta ora per la seconda stagione il giro dei teatri della penisola.

Testo e regia sono di Andò e Ovadia, protagonisti lo stesso Ovadia e Shel Shapiro, affiancati da Ruggero Cara, Lee Colbert, Roman Siwulak, Maksym Shamkov, Federica Vincenti. Fondamentale altresì la performance della Moni Ovadia Stage Orchestra, che ha curato il progetto musicale e formata da Luca Garlaschelli (contrabbasso), Massimo Marcer (tromba), Albert Florian Mihai (fisarmonica), Vincenzo Pasquariello (pianoforte), Paolo Rocca (clarinetto). Scene di Gianni Carluccio, costumi di Elisa Savi, luci di Gigi Saccomandi, suono di Mauro Pagiaro, regista assistente Gabriele Tesauri. L’impegnativa coproduzione è stata realizzata da Arena del Sole-Nuova Scena-Teatro Stabile di Bologna e Emilia Romagna Teatro Fondazione, in collaborazione con Estate Teatrale Veronese.

Dopo Le storie del signor Keuner di Brecht, l’allestimento segna una nuova collaborazione tra Roberto Andò e Moni Ovadia per uno spettacolo scritto e diretto a quattro mani, che s’inserisce nel solco di quel teatro musicale su cui Ovadia ha da sempre incentrato la propria ricerca espressiva, fondendo l’esperienza di attore e di musicista.

Nel ruolo di Shylock, un interprete di eccezione: Shel Shapiro. Pioniere della musica rock in Europa e uno dei padri della canzone italiana a partire dagli anni Sessanta, il mitico leader dei Rokes ha proseguito come autore arrangiatore e produttore per approdare negli ultimi anni sulle scene teatrali con il recital Sarà una bella società su testi di Edmondo Berselli, senza disdegnare la fiction tv di qualità, come la serie “Capri” al fianco di Lucia Bosè. In teatro lo ritroviamo ora nel nuovo lavoro di Andò e Ovadia.

In una sorta di hangar, che potrebbe essere un mattatoio o un teatro, un regista attende di incontrare un misterioso uomo di affari che l’ha ingaggiato per proporgli di mettere in scena un testo che ha lungamente e vanamente inseguito, Il Mercante di Venezia di William Shakespeare. Dopo aver scambiato poche battute con alcuni giornalisti curiosi di conoscere le ragioni per cui ha accettato un simile ingaggio da un personaggio chiacchieratissimo (ci sono molti sospetti sulle origini criminose delle sue fortune finanziarie), il regista inizia a dialogare con il suo “mercante” e via via che i due discorrono si dipana la storia dell’ebreo Shylock, un ricco usuraio che nella Venezia cinquecentesca fa affari prestando denaro, disprezzato dai cristiani da lui odiati a sua volta, in particolare Antonio, che lo insulta e lo umilia accordando prestiti gratuitamente. Sarà però proprio Antonio, per aiutare l’amico Bassanio, a cui servono soldi per poter corteggiare la ricca ereditiera Porzia, che dovrà chiedere un prestito a Shylock, il quale glielo accorderà chiedendo in cambio, in caso di mancato pagamento, una libbra della carne di Antonio.

In un moderno gioco delle parti meta-teatrale, il Regista, che vorrebbe cambiare il finale del testo shakespeariano restituendo a Shylock la libbra di carne che gli è stata negata cinquecento anni fa, e l’Impresario, che vorrebbe ottenere la sua personale libbra appropriandosi del cuore di un artista, si confrontano e si fronteggiano, vestendo ciascuno alternativamente ora i panni di Shylock ora quelli di Antonio.

Attraverso la vicenda del Mercante, i due protagonisti, affiancati da musicisti, attori e attrici che entrano ed escono dal proprio personaggio, e da una seducente e provocante Porzia, daranno il via a riflessioni sull’antisemitismo e sulla storia, sul denaro e sul teatro, sul concetto stesso di arte, con suggestioni che spaziano dalla cultura ebraica a quella pop, grazie anche a un variegato repertorio di canzoni più o meno celebri tra le quali Money dei Pink Floyd e Who Wants to Live Forever? dei Queen arrangiata da Shel Shapiro.

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