Sul rincoglionimento

Ho difficoltà, per il mestiere che faccio, ad emettere giudizi e tanto meno affrettate diagnosi comportamentali, ma da qualche tempo, da osservatore ed accorto partigiano del buon senso, mi trovo incastonato in “un’autodiatriba” personale sul dire o sul tacere.

Cosi, confortato dalla sacra possibilità del segnare, ho deciso di intraprendere la terza via, sicuramente quella più cruenta e responsabilizzante, quella dello scrivere, del tracciare con penna pensieri e logiche.

Ravviso, preoccupato, in questo periodo, inizio anno del 2019, tra un proliferare di pseudo contese socio-economiche e culturali, tra un totale disorientamento temporo-spaziale (dov’è la destra e dove la sinistra), e tra faziosità pseudo-politiche, un diffuso rincoglionimento popolare.

E peggio che non può dirsi, un allarmante masochismo collettivo scevro da qualsiasi comprensività o consapevolezza o analisi di giudizio.

Per dirla in breve, la frustrante condizione sociale e culturale, tipica delle epoche che attraversano periodi di crolli dei valori e di stabilità economiche, storicamente generatrici di bizzarrie politiche e di comportamenti collettivi abnormi e catastrofici, si stanno stabilizzando e diffondendo, ed ancor peggio personalizzando in soggetti che ricoprono cariche pubbliche e di prestigio sociale.

Spaventosità ideiche e pseudo politiche da baraccone, galleggiano fetide e puzzolenti come escrementi sui mari della consapevolezza e della coscienza collettiva, assurdità che si trasformano in moti repentini, in ingiustificabili disumanità di razza e di genere, banalità e “fascistismi” che si autoproclamo avventurieri di fantomatiche giustizie sociali.

Il tutto condite da stratagemmi e furfanterie rotondanti ed inconsulti, da becere ed obsolete strategie di vendita, diffuse e proposte da imbonitori improvvisati vestiti da agenti di commercio con sfavillanti giacche e cravatte da prima repubblica o da resuscitati repubblichini.

Osano, spero inconsapevolmente, lanciare improvvisate e tuonanti proclami e contratti di governo, su delicatissime questioni sociali, povertà, immigrazione, lavoro, sicurezza, beni pubblici, sanità, ambiente etc, senza averne la pur che minima cognizione dei fatti, riconfermando nei fatti la politica tirannica dell’ancien regime renziberlisconiano e piddiota-neodemocristiano.

Ciò li costringe, con repentine manovre acrobatiche a saltellare da una prima affermazione ad una seconda e a volte ad una terza e tante altre ancora in direzioni diametralmente opposte e contraddittorie, con estrema non-chalance e disinvoltura, tipica dello studente che si presenta agli esami senza aver aperto un libro.

Ma la colpa di tutto ciò è anche nostra, vecchi ed ottusi integralisti del buon senso e della democrazia partecipata, partigiani delle giustizie sociali ad oltranza, sacerdoti “ortodossisti” delle pari opportunità, condonisti infaticabili delle pusillanimità, garantisti dei ladroni di passo ed internazionalisti senza frontiere.

Colpa relativa comunque!!!! perché assetati di rivolte e cambiamenti universalizzati, stanchi e sconfitti da tutte le parti, da stupidi custodi delle memorie sessantottini e dal vogliamoci bene sempre e comunque, ci siamo lasciati abbindolare e raggirare da quattro “babbitti” che giocano a fare i grandi con la “roba” degli altri.

E adesso, dopo le lamentele e le valutazioni, le proposte, i progetti di sviluppo sociale, il dipanamento di orizzonti sostenibili e praticabili; le priorità: necessaria ed indispensabile “slatentizzazione” delle fantasie funzionali in pragmatica politica, cura e messa in salute della realtà con il potenziamento dei vitaminizzanti onirici e delle creatività collettive, investitura dell’intelligenza critica al potere, lotta senza quartiere alla stupidità ed alla passività dei ritualismi collettivi, diffusa ridicolizzazione dei colletti bianchi e delle giacche a doppio petto, immediate restrizioni giudiziarie per gli attori politicanti responsabili del disastro economico, sociale e culturale che stiamo attraversando, mettere tutti i mezzi e le conoscenze scientifiche, comprese quelle belliche, inutili e pericolosissime, disponibili, per far tornare a sorridere il nostro triste e cianotico cielo sopra di noi. Chiudo… Ne avremo da raccontarci nelle prossime scritture, lo so, per adesso accontentiamoci di un postulato, di una postilla, di una convinzione e di un mezzo dubbio: “La Storia siamo noi e nessuno si senta offeso e nessuno si senta escluso”.

febbraio '19
Pasquale Musarra

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