"MATELICA" - Il quinto libro di Pasquale Musarra, "a colpi" di poesia...
I suoni e le grida dell'anima nell'ultimo sferzante libro dello psicologo misterbianchese "fuori dagli schemi", presentato allo Stabilimento Monaco (dopo il successo di Milano) con grandissima partecipazione di pubblico.
Cultura e solidarietà, dal disagio alla necessità di cambiamento.
Video e interviste della serata a cura di Roberto Fatuzzo
Roberto Fatuzzo
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Cultura, presentato il volume
Cultura, presentato il volume “Matelica” di Pasquale Musarra
Poeisa e pazzia sono contigue. Per questa ragione, lo psicologo e psicoterapeuta Pasquale Musarra a Misterbianco ha voluto presentare il suo volume di poesie - “Matelica” (Armando Siciliano Editore) - con a fianco l’assessore ai Servizi sociali, mentre l’auditorio dello Stabilimento Monaco era composto -oltre che da amici ed estimatori - soprattutto da assistenti sociali e psichiatri che in questi ultimi mesi si stanno battendo contro una insensata proposta di legge che vuole reintrodurre in Italia i manicomi.
Il taglio fortemente sociale è stato anche il filo conduttore seguito dai relatori che, introdotti da Josè Marano e dall’assessore comunale Anna Lia Russo, hanno presentato “Matelica” al pubblico: Antonio Biuso, Arcangelo Signorello, Francesca M. Lo Faro, Turi Gennaro e l’editore. Alla serata hanno anche partecipato l'AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), l'associazione di volontariato "Umanità Solidale" e il pittore Paolo Citraro che ha esposto alcune sue opere. Ll’attore Pasquale Platania e a Noemi Finocchiaro hanno recitato alcune poesie. Il trio di Alfio Abbadessa, con da fisarmoniche e chitarra, ha offerto apprezzati momenti musicali. Il sindaco Nino Di Guardo, presente assieme al presidente del Consiglio, con la sua partecipazione ha voluto dimostrare la sensibilità dell’Amministrazione comunale verso le iniziative che creano coesione sociale e accrescono la consapevolezza dei cittadini verso i problemi di chi è oggetto di intolleranza e pregiudizio.
“La poesia è il simulacro dell’inconscio” ha esordito Musarra presentando“Matelica. Dalla Parola al Tempo… la fine della Poesia”. “Le parole scritte – ha proseguito - devono essere un gesto di ribellione, così come suggerisce Camus nel saggio L’Uomo in rivolta. Il poeta è un vero poeta - ha concluso –se è anche un eroe, un titano della giustizia umana. Che la penna venga ridata in mano a chi con gesta e sfide quotidiane costruisce monumenti alla vita, al benessere del popolo, alle meraviglie e agli incanti che la natura che ci circonda offre”. Antonio Biuso, da parte sua, partendo delle poesie di Musarra, suo amico da lunga data, ha fatto una ampia disanima di tipo filosofico, con riflessioni sul daimon di Socrate e Platone e sul pensiero dello psicologo e analista junghiano James Hillman. “La felicità consiste nel riconoscere l‘essenza della natura umana, che è l’anima, e nel prendersi cura, consapevolmente, di essa. Le poesie di Pasquale Musarra – ha concluso – sono espressione dell’anima, della follia e della felicità meravigliata come nel fanciullino pascoliano”. Arcangelo Signorello, che vive la dura condizione di tetraplegico, ha dato una lettura dell’opera di Musarra sentita e personale, tale da commuovere ed emozionare chi lo ha ascoltato. Una incisiva e apprezzata capacità di lettura l’ha anche offerta Turi Genanro, che ha avanzato un affascinante parallelo tra l’arte contemporanea di Burri e Fontana e le poesie di Musarra. “Ormai è tempo di trasferire la poesia e la letteratura nell’ordinamento sociale, materializzandone i contenuti nell’attività pratica” ha esordito, non smentendo la sua biografia di ex sindaco e di uomo che continua ad agire in ambito civico. “Se si vuol parlare del’opera in discussione - ha dichiarato - non si può prescindere dal cursus della poetica musarriana che va dal Poi ne parliamo. No parliamone ora (2006), prosegue con Le curve della penna (2009) e si conclude con Matelica. Sono una trilogia che esprime il percorso del pensiero del poeta, il cui filo conduttore è la “matelichitudine”, nel senso di una intelligenza nascosta e perciò indisponente. Nel percorso poetico “lineare” con Parliamone dove imperano antitesi (sentire e non vedere, guardare e non voler capire) e la repressione della condizione umana (vedi “Lettera al manicomio o la poesia Senza titolo), si fa più sinuoso, armonico, cantato, ma deciso, con Le curve della penna (poesia Carezze), per finire con Matelica, dove la poesia diventa tempo, anzi spazio-tempo. Dunque, da Corpo-Materia, quale è all’inizio, passa a Parola - Canto, per finire a Spazio - Tempo in Ologramma”.
La poesia di Pasquale Musarra richiede un esame letterario esigente e tormentoso. Quest’analisi è stata affidata a Francesca M. Lo Faro, che ha messo in risalto i temi più ricorrenti di Matelica, una raccolta poetica in cui le cose lontane nel tempo, come l’adolescenza, affiorano talvolta in modo prepotente, talaltra in modo ed vago ed indeciso, come se volessero restare nascoste con il loro senso di inafferrabile tragicità. “I poeti usano con ricchezza la lingua – ha concluso Lo Faro– ed anche Musarra lo fa usando l’italiano per farne trame, tessuti di parole, di pause, di ritmi, con un sostrato intensamente verbale, manipolatore di suoni e fonemi. Musarra ha un modo di raccontare e non racconta. I suoi testi sembrano apposta lacunosi: fatti di rapidissimi baleni, di diapositive, di frammenti di immagini, a volte audaci ma sempre con l’anelito del poeta e la sua consapevolezza di esser diverso e particolare rispetto agli altri, capace di reggere con volontà poetica il gusto di inventare”.
FLF
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