“Gli schiacciatori non parlano dell’alzata, la risolvono”. Era questa una delle regole che Julio Velasco, allenatore della nazionale campione del mondo di pallavolo, imponeva nello spogliatoio. Il suo intento era chiaramente quello di combattere “la cultura degli alibi”, quella tendenza cioè a non assumersi la responsabilità delle proprie azioni, a scaricare sugli altri il peso degli errori, ad autoassolversi, a giustificare l’inerzia, ad attribuire un fallimento a qualcosa che non dipende da sé. La cultura degli alibi è da sempre molto radicata nella società italiana, e certo non fanno eccezione i politici, anzi!
A qualunque livello chi dall’opposizione arriva al governo, finisce sempre per scaricare la responsabilità dei propri fallimenti su chi c’era prima, sui “vent’anni” precedenti, sul “consociativismo”, sui poteri forti etc. etc. etc. In Italia insomma, è sempre colpa di qualcun altro! Fra questi certamente Nello Musumeci, ormai da due anni, presidente della Regione Sicilia. Qualche giorno fa ho ascoltato con molta attenzione la sua conferenza stampa sul tema dei rifiuti, e, sulla irrisolta questione della discarica di Valanghe d’Inverno, tra Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, ho sentito con le mie orecchie affermare quello che in tanti affermiamo da anni: “è stata una follia, a suo tempo, autorizzare un impianto così vicino ai centri abitati”. Bene, bravo, bis. Grazie presidente. E quindi che si fa? A sentirla sembrava quasi che fosse ancora all’opposizione.
Peccato che la sua amministrazione, presidente, sia la stessa che ha rilasciato il rinnovo decennale a quella “folle” autorizzazione, per arrivare alla quale si è corrotto, abusato, malversato, come ha inequivocabilmente acclarato la magistratura penale in primo grado. E a nulla serve agitare a convenienza, il principio della separazione tra atti gestionali (di competenza dei burocrati – l’alibi perfetto!) e atti di indirizzo (di competenza della politica) in quanto sono sempre questi ultimi ad ispirare e orientare gli altri, se c’è la volontà politica. Peccato che il suo governo sia quello che in meno di due anni ha emanato ben 3 ordinanze che, in continuità con chi l’ha preceduta, consentono a quella discarica di continuare ad esercitare.
Peccato che il dirigente che ha scelto per guidare il dipartimento dei rifiuti, sia lo stesso che ha autorizzato la scorsa estate a scaricare nel nostro territorio 82.000 tonnellate di rifiuti in più provenienti dalla città di Palermo. Peccato che il piano regionale dei rifiuti che lei ha presentato, consideri Valanghe d’Inverno strategica nel medio e nel lungo termine per l’attuazione del suo progetto di gestione dei rifiuti, al punto da considerarla per gli anni a venire, una “riserva” sempre disponibile non solo per la provincia di Catania, ma anche per le altre provincie che non dovessero rispettare le ambiziose previsioni di raccolta differenziata previste nel piano. Peccato che lei dica in conferenza stampa, che la distanza dai centri abitati “non può tollerare un ulteriore utilizzo di quell’impianto”, senza spiegare come e soprattutto quando questa cosa avverrà. Cosa vuol dire concretamente, come da lei annunciato, rivedere la Valutazione di impatto ambientale di una discarica, la cui autorizzazione è stata rinnovata per 10 anni? Con quali obiettivi, tempi e strumenti dovrebbe avvenire?
Peccato che lei ad agosto si fosse impegnato pubblicamente attraverso la sua pagina facebook, a riunire un gruppo di lavoro che avrebbe approfondito ogni aspetto del rinnovo dell’autorizzazione e riferito “in pochi giorni”! Sono passati 6 mesi e la montagna ha partorito un topolino! L’originale idea che ne è venuta fuori è stata di chiedere un parere dell’Autorità Anticorruzione. Peccato che già a luglio si sapesse della condanna di Proto e Cannova per corruzione (a dicembre sono state poi pubblicate le motivazioni), mentre il decreto di rinnovo dell’autorizzazione è di agosto. Avreste potuto chiedere allora l’intervento dell’A.n.a.c. ed evitare di procedere al rinnovo decennale! Una clamorosa dissociazione dalla realtà, la sua, presidente!
Per fortuna (purtroppo mi verrebbe da dire), la magistratura ancora una volta ha fatto ciò che la politica non ha avuto il coraggio di fare. Con l’ordinanza dello scorso dicembre il TAR di Catania, rispondendo ai ricorsi dei due comuni, del Comitato No Discarica e delle associazioni ambientaliste (Zero Waste e Legambiente) contro il rinnovo dell’autorizzazione, ha emesso un’ordinanza che impone all’amministrazione regionale di rispondere entro 60 giorni delle numerose incongruenze denunciate col ricorso e che individua nell’Istituto Superiore della Sanità, l’organo che dovrà stabilire entro 90 giorni, se l’utilizzo della discarica produca o meno danni per la salute umana. Presidente, per dirla con Velasco, non parli più del problema della discarica, lo risolva! Se lo vuole davvero e se ne è capace! Le nostre comunità sono stanche di chiacchere, di passerelle e di alibi.
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Caro Massimo hai ragione: ma
Caro Massimo hai ragione: ma tu non conosci a fondo il Presidente. E' un gran prestigiatore capace di far ucire fuoi dal cappello anche un palazzo...di carta.
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