I sindacati: sciopero giorno 18

Simeto Ambienteda lasicilia.it
La data fissata è quella del prossimo 18
novembre. I sindacati della Fit-Cisl, Uil e
Confsal, annunciano così, nel corso dell’incontro
tenutosi all’Ufficio provinciale
del lavoro ieri mattina, lo sciopero indetto
in riferimento alla questione rifiuti.
Un giorno di sciopero preceduto da
due giorni di assemblee sindacali (il 16 e
il 17 novembre). Da lunedì 16 novembre,
dunque, un giorno dopo la scadenza del
termine ultimo per pagare gli stipendi
agli operatori ecologici del Consorzio
Simco, i diciotto Comuni di Simeto-Ambiente,
dovrebbero cominciare a vedere
i primi segni della nuova, possibile,
emergenza.

Intanto, ieri mattina, sempre nel corso
dell’incontro all’ufficio provinciale del
lavoro, Simeto-Ambiente, Ente ormai orfano
di guida, ha fatto sapere alle parti in
causa, in testa il Consorzio Simco, che ha
già inviato ai Comuni la richiesta per coprire
il costo del servizio per un mese,
mentre per Adrano la richiesta riguarderebbe
tutto l’anno a seguito della bocciatura
del consiglio comunale della Tia.

Adrano, al momento, resta l’unico Comune
ad essersi espresso contro la Tia 2010.
La bocciatura del Consiglio comunale,
ha dato vita a una presa di posizione del
PdL che avanza la proposta di rimodulare
i coefficienti sia per le abitazioni che
per le attività commerciali. Qualche altro
Comune ha approvato (l’ultimo, giovedì
sera, è stato Camporotondo Etneo), la
maggior parte degli altri sceglie di prendere
tempo, rinviando la decisione. Il
clima resta, dunque, teso. Proprio ieri
nella riunione all’Ufficio provinciale del
lavoro è stato evidenziato come si "esprime
preoccupazione in quanto il problema
(relativo al mancato pagamento dello
stipendio di ottobre), avrebbe ripercussioni
di ordine pubblico e per questo
sarà chiesto l’intervento del prefetto.

Al
momento non sembrano presentarsi vie
d’uscita in una situazione che si protrae
in emergenza ormai da due anni. Tante,
troppe le colpe, i ritardi, le attese, con i
nodi che, ora, vengono al pettine.
La sensazione che si ha è che alla fine
chi pagherà in tutto questo saranno, comunque,
e sempre gli utenti, oltre ai lavoratori.
Per i primi doppia la beffa. O si
trovano con l’emergenza (fatto che appare
inevitabile), o devono pagar bollette
super salate; mentre
per i secondi, il
pagamento dello
stipendio sembra
un traguardo di
non facile raggiungimento.

In questo
contesto i primi a
tremare sono i Comuni
che mettono
le mani avanti e
dicono: "Le casse
comunali non
possono più toccarsi".
Anche in
quest’ultimo caso
è innegabile che i
bilanci degli enti
dei diciotto paesi
in questi anni sono stati duramente provati
per far fronte al pagamento dei costi
del servizio. Casse dissanguate, con sindaci
costretti ad operare tagli anche per
i servizi primari ed essenziali delle rispettive
città. Andare oltre, più volte i
primi cittadini lo hanno evidenziato, non
è possibile.

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