Una risposta alle recenti letture bibliche di Benedetto XVI (terza parte)

Riflessioni bibliche
(Parte terza)

Nella precedente puntata avevamo analizzato la favoletta di Abramo, evidenziando che si trattava di un personaggio mitologico (mal) dipinto dall'autore biblico nei termini di un vecchio porco, maniaco ed anche piuttosto "stronzo" ma, pur tuttavia, stranamente percepito ancora oggi dai Cristiani come un mite e saggio patriarca, tanto pio quanto fedele a Dio (fa anche rima...), la cui vita dovrebbe essere presa da esempio dai seguaci delle tre fedi monoteiste che da lui si piccano "orgogliosamente" di discendere (Complimenti ad Ebrei, Cristiani ed Islamici...).

Diversamente da quanto evidenziato a chiare lettere nell'episodio del suo predecessore Noè, la fiction biblica non sembra evidenziare una "scelta mirata"del pio Abramo da parte di Javèh/Elohim per sue "note" virtù pregresse o per i suoi saggi e pii comportamenti.

Anzi, sembrerebbe che Mr Javèh/Elohim questo tal Abramo non lo conosca proprio, così come Abramo certamente non conosce affatto Javèh/Elohim prima della sua "chiamata" o, meglio, prima della "autopresentazione" di Javèh/Elohim/El Saddaj in Genesi 17:1-2.

A tal riguardo, si rimanda alle considerazioni espresse nella precedente puntata in cui si è sottolineato come Abramo, nell'ambito degli episodi del Genesi lungo cui si snoda la sua favoletta, scopra tardivamente di essere stato chiamato da un certo El Saddaj e non, quindi, da una divinità babilonese (come, invece, sarebbe logico aspettarsi in relazione al susseguirsi degli eventi narrati nella fiction biblica).

In particolare, secondo l'autore biblico, Noè era stato scelto e "salvato" proprio perché:

[...] Noè fu uomo giusto, integro, ai suoi tempi; Noè camminò con Dio (Genesi 6:9)

Ovviamente, Dio/Javèh/Elohim, essendo "onnipotente e onnisciente", non poteva non conoscere "uno per uno" tutti gli uomini della terra e, quindi, sapeva chi era "buono e saggio" e chi era "malvagio e depravato " ed infatti i "cattivi" li ammazzò (pardon: sterminò...) tutti facendoli annegare come topi rognosi mediante il santo e salvifico diluvio universale, risparmiando la vita al nostro eroe (hollywoodiano) di turno e relativi parenti stretti.

Di presunte "virtù" di Abramo, invece, l'autore biblico non dice proprio nulla. Sembra che la terna onnipotente Dio/Javèh/Elohim non sappia un granché di codesto Abramo, tanto da dover essere poi costretto a metterne alla prova la fedeltà (vedasi la storiella del mancato sacrificio di Isacco) e di doverlo persino "ammonire" a comportarsi bene (... cammina davanti a me e sii integro - Genesi 17:1).

Noè, invece, era già (prima della sua chiamata) "giusto ed integro" ed aveva già "camminato con Dio" e con ciò, dunque, l'autore biblico vuol sottolineare che i due si conoscevano ed erano grandi amiconi.

Quanto sopra illustrato, ovviamente, porta anche a dover riconsiderare l'effettiva "onnipotenza e onniscienza" del nostro personaggio Javèh/Elohim sulle quali, invero,. avevamo già avuto sin dai primi episodi di Genesi più di un dubbio, in quanto quando avevamo potuto rilevare che:

1) Mentre (in Genesi 3:9) Javèh/Elohim è a passeggio nel paradiso terrestre, sembra non avere idea dove possa essersi cacciato Adamo (che nel frattempo si era nascosto tra le fresche frasche) e dimostra anche di non sapere chi sia stato a far sapere ad Adamo di essere nudo.

In aggiunta, Javèh/Elohim sembra anche non sapere ancora che Adamo ha già gustato il frutto dell'albero della conoscenza. Infatti...:

9 Ma il Signore Dio chiamò l`uomo e gli disse: "Dove sei?". 10 Rispose: "Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto".
11 Riprese: "Chi ti ha fatto sapere che eri nudo
? Hai forse mangiato dell`albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?". (Genesi 3:9-11)

2) In Genesi 6:7 si pente (si, avete capito bene: "si pente"...) di avere creato l'uomo e gli animali e per questo decide, graziosamente, di sterminarli :

7 Il Signore disse: "Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti" (Genesi 6:7) .

3) Per attuare il suo piano di sterminio invece di far "schioccare" le dita da gran mago "merlinoso" qual'è (o quale l'autore biblico vorrebbe raffigurarcelo) o di usare semplicemente la propria "parola" (magica), così come aveva sapientemente fatto durante la "Creazione", è costretto a far venire un "diluvio universale" per ammazzare sia gli uomini "cattivi" che le povere innocenti bestie domestiche e selvatiche, distruggendo in tal modo quasi tutti gli esseri viventi.


4 Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; sterminerò dalla terra ogni essere che ho fatto" (Genesi 7:4)

(Nota: per quanto sopra, dobbiamo ritenere che anche le bestie domestiche e selvatiche a quel tempo dovevano essere diventate "cattive e depravate", altrimenti non ne sarebbe stato giustificato lo sterminio totale. Ma il bello è che, malgrado lo stesso Yavéh/Elohim sia cosciente che oltre alla massa di animali "impuri" ci siano anche intere specie da considerare animali perfettamente "puri", il nostro amico "Io-Sono-Colui-Che-Sono" decide di ammazzarle tutte indiscriminatamente. Contento Lui... Beh, se non fosse che si tratta solo di una delle tante favolette di Hans "Christian" Bibbielsen, dovremmo pensare che il nostro Yavéh/Elohim a quel tempo fosse un po' troppo "dissociato"...)

4) Poi il nostro (anzi, vostro...) Yavéh/Elohim si "pente" di nuovo per "averla fatta troppo grossa" con quel popò di diluvio che aveva scatenato (nei confronti degli uomini e della terra tutta, animali compresi) e "crea" l'arcobaleno per sancire un nuovo "patto" con gli uomini (ma, si noti bene, anche con gli animali...) essendosi finalmente reso conto che, essendo l'uomo irrimediabilmente "incline al male" (e, dunque di averlo creato decisamente meno "perfetto" di quanto "Egli Stesso" si fosse ripromesso) era inutile continuare a sterminarlo ogni volta che sbagliava...

Occorre sottolineare, tuttavia, che tale "onnipotente ravvedimento" è in parte stimolato dal fatto che il nostro Javèh/Elohim, oltre aver capito di avere sbagliato, apprezza e gradisce il "profumo di arrosto misto" che Noé gli offre in sacrificio ed è già tanto che non gli abbia chiesto la ricetta, visto che il piatto gli è piaciuto così tanto...

Infatti:

20 Allora Noè edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali mondi e di uccelli mondi e offrì olocausti sull`altare. 21 Il Signore ne odorò la soave fragranza e disse tra sé: "Non maledirò più il suolo a causa dell`uomo, perché l`istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. 22 Finché durerà la terra, seme e messe, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno". (Genesi 8:20-22)

Poi, in aggiunta...

8 Dio disse a Noè e ai sui figli con lui: 9 Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con i vostri discendenti dopo di voi; 10 con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e bestie selvatiche, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca. 11 Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terraò. 12 Dio disse:Questo è il segno dell'alleanza,che io pongo tra me e voi e tra ogni essere vivente che è con voi per le generazioni eterne. . (Genesi 9: 8-12)

Ed ancora...

[...] 17 Disse Dio a Noè : Questo è il segno dell'alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra. (Genesi 9:17)

5) Tuttavia, il "pentimento" del nostro Javèh/Elohim dura pochi capitoli del Genesi perché non molto tempo dopo, incostante com'è, ci ricasca:


23 Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Zoar, 24 quand'ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. 25 Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. 26 Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale. (Genesi 19: 23-26)

Più che un Dio "onnipotente" Javèh/Elohim sembra più un Dio "polipotente" cioè può fare molte cose ma non proprio"tutte" e, soprattutto, si comporta come un Dio capriccioso ed incostante, un Dio che fa una cosa e poi si pente e che non mantiene neanche gli impegni "presi con Se Stesso" (abbiamo già visto, infatti, che all'inizio della favoletta di Noè aveva deciso di far vivere gli uomini non più di 120 anni mentre poi, Terach, Sara, Abramo, Matusalemme e tanti altri ancora, hanno tutti superato agevolmente il "record".). A ben vedere, ce n'é proprio da "restarci di sale" e bene ha fatto, dunque, la mogli di Lot che dimostra in tal modo di essere il personaggio più coerente della fanta-fiction biblica.

Per non parlare, poi, della eccessiva "similitudine" tra il biblico Noè che offre a Javèh fragranti animali arrostiti ed i tanti personaggi della storia e della mitologia greca e latina per i quali "arrostire" animali per ingraziarsi i favori delle varie divinità Greco-Romane era tipico "sport "quotidiano.

Ma, a proposito della favoletta di Noè, non possiamo esimerci dalla necessità di analizzare (e far conoscere ai catechizzati) la parte introduttiva della citata storiella che, puntualmente, non viene mai riportata nelle relative "paginette" dei libri delle scuole elementari, dei "catechismi" vari (che poco differiscono dai libri precedentemente citati) e dagli scritti (pseudo)divulgativi catto-cristiani che, anche a partire dall'epoca proto-cristiana, iniziano sempre con il "solito ritornello" (giustificativo) secondo cui gli uomini erano diventati "cattivi e perversi" e per questo si meritavano un "castigo".

Già ai tempi della redazione Nuovo Testamento infatti si raccontava che:

"[...] nei giorni prima del diluvio si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e s'andava a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e la gente non si accorse di nulla, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti, così avverrà alla venuta del Figlio dell'uomo." (Matteo 24: 37-39).

- Oppure, in tempi più recenti, la storiella biblica inizia con frasi non dissimili dalle le seguenti:

1) Vedendo che l'uomo era diventato così malvagio, Dio si addolorò di averlo creato. Da qui la decisione di annientare tutte le persone, gli animali e gli uccelli.

2) A quel tempo gli uomini erano diventati tutti cattivi e perversi tranne uno di nome Noè

3) Ai tempi di Noè gli uomini erano diventati malvagi e violenti e Dio decise, quindi, di punirli tutti mandando il diluvio universale...

Ma allora, come diavolo comincia questa "benedetta" storia di Noé?

Eccola nella sua "originale" versione tratta dalla "solita" Bibbia liturgica ed ufficiale CEI-UECI 1974-1976:

1 Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, 2 i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. 3 Allora il Signore disse: "Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni". 4 C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.

5 Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. 6 E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. 7 Il Signore disse: "Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti". 8 Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore. 9 Questa è la storia di Noè. Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio. 10 Noè generò tre figli: Sem, Cam, e Iafet. 11 Ma la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza. 12 Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra. (Genesi 6:1-12)

Ancora una volta il tema di fondo è la solita "scopata universale". Questa volta si tratta dei "figli di Dio" che si scopano "le figlie degli uomini".

Essendo contrapposti alle "figlie degli uomini" i "figli di Dio" non possono che essere figure necessariamente "non terrene" e, dovendo ragionare da monoteisti, deve per forza di cose dedursi che l'autore biblico volesse riferirsi a non ben identificati "angeli" (Cherubini, Serafini, Arcangeli, Troni, Dominazioni ecc.).

Secondo alcuni esegeti, tuttavia, si tratterebbe di angeli "ribelli" (vedasi ad esempio la relazione di don Silvio Barbaglia in http://www.lanuovaregaldi.it/doc/evento/07-12-11_LibroDeiGiubilei(05).pdf).

Angeli, quindi, che scesi sulla terra a far "baldoria" durante un "sabbath sera" di libera uscita, tra una birra e l'altra ed una vodka di troppo in discoteca, si sarebbero poi carnalmente uniti a volubili e seducenti donne mortali. Da queste unioni "improprie" sarebbero nati gli "eroi dell'antichità, uomini famosi"; dal punto di vista temporale, tutto ciò si sarebbe verificato in un lontano tempo in cui "...c'erano sulla terra i giganti".

Purtroppo (per il Pastore Tedesco ed i suoi grulli accoliti), molti di noi (ma, forse, sempre troppo pochi per poter contare...) hanno più o meno felicemente frequentato il liceo classico ed hanno, quindi, maturato una notevole dimestichezza con il concetto di "Semidio" caro alla mitologia greca (e poi anche romana) e di cui sono permeati i tanti "classici" che ci hanno costretto a studiare e tradurre, dall'Iliade all'Odissea, dalla Teogonia di Esiodo alle varie tragedie di Eschilo, Euripide e Sofocle.

Eracle (Ercole), Achille, Ulisse, Paride e soci erano tutti "eroici" personaggi letterari (come d'altra parte i personaggi della fiction biblica, anche se un pò meno eroici ma molto più "erotici"...) nati dalla penna dei vari antichi autori e successivamente entrati nell'immaginario collettivo dell'epoca.

Essi erano caratterizzati da un comune denominatore: erano tutti il frutto di una "scappatella" (leggasi "divina scopata") tra una delle tante divinità del Pantheon greco ed un/una comune mortale.

Ed uno dei più attivi scopatori dell'Olimpo era il sommo Zeus in persona che si spupazzò addirittura la ninfa Europa (lasciando però all'asciutto la ninfa America, visto che ci avrebbe poi pensato il caro Bush a mettergliela nel didietro...)

Si racconta, inoltre, che quella gran fetentona di sua moglie Era (Giunone per i romani) ne abbia anche lei combinato delle belle anche se i più ritenevano che Era avesse messo al mondo Efesto per semplice ripicca alle olimpiche scappatelle del divino coniuge coniugali ma senza la collaborazione del marito o di chicchessia.

Di mitologiche scopate la letteratura greca è piena zeppa e la più curiosa è certamente quella che vede Pasifae, moglie di Minosse, scoparsi un toro superdotato inviato in dono al marito da quel bricconcello del dio Posidone; dopo esserselo selvaggiamente scopato, la mitica e sporcacciona Pasifae diede alla luce il mitologico cornutone assatanato detto Minotauro che, sebbene non fosse un parente di Mino Reitano originario di Gioia Tauro, tanto e tanto "filo da torcere"diede a Teseo ed alla sua amica Marianna (che si faceva chiamare Arianna da quando, in precedenza, aveva perso la M nella labirintica grotta)

Nota: alcuni ritengono che "Teseo" (primo uomo a guarire dalla labirintite senza andare dall'otorino), si chiamasse così da quando aveva visto Arianna tutta nuda e tutta panna, diversamente da suo fratello "Mosceo" il quale invece...

Quindi, anche i nostri cari Ebrei avevano autonomamente adottato (o, più probabilmente mutuato dal mondo Babilonese o, al più tardi ellenistico) il concetto di "semidio", concetto che era loro talmente a cuore che l'autore biblico, dulcis in fundo, organizza la "madre di tutte le scopate" e, cioè, quella tra Javèh/Elohim/Spirito-Santo ed una giovane verginella di Nazareth. Solo che solamente le divine scopate di Zeus e compagni erano mitologiche... sebbene si sia dovuto attendere il concilio di Nicea (nel 325 d.C.) per capire se il frutto di tale unione, tale Joshua ben Yoseph, fosse o meno un semidio oppure un Dio "in carne ed ossa".

Si confrontarono, infatti, a Nicea i seguaci della teoria Ariana ed i seguaci della teoria Aria-fritta ed alla fine si optò per la "consustanzialità", il che vuol dire tutto e niente allo stesso tempo.

Ma, tornando all'incipit del diluvio, non possiamo non evidenziare la bella storiella dei Giganti, già... i Giganti...

I Giganti???????!!!

Ma che cavolo scrive codesto "sceneggiatore" biblico (pardon: sceneggiatore) fornito di cotanta (imbarazzante) "benedizione" approvazione CEI ??!!!!...

Altro che medio evo mentale...

A pensarci bene deve essere stato un miracolo (non so se laico o divino) quello che ha impedito alla Moratti (e suoi integralisti successori) di introdurre l'obbligo di parlare dei "Giganti" nei libri di storia della scuola media, visto che è stata così attenta e premurosa da eliminare dai programmi scolastici di scienze (e non senza clamore) l'insegnamento della teoria evoluzionistica darwiniana.

E siccome i Giganti di cui parla la Bibbia non sono i componenti del mitico gruppo pop italiano in voga negli anni '60 che mettevano "fiori nei vostri cannoni", occorre evidenziare che, così stando le cose, non possiamo esimerci dal suddividere la popolazione umana in almeno tre gruppi.

A) Gli "Eretici", cioè quelli che non credono affatto alla divina rivelazione.

B) Gli "Apostati", cioè quelli che non credono alla divina rivelazione secondo cui ci sarebbero stati in passato dei "Giganti" ma, tuttavia, credono a tante altre fesserie...

C) I "Citrulli", cioè quelli che credono, invece, alla divina rivelazione biblica e, conseguentemente, credono che in passato la Terra sarebbe stata popolata da "Giganti" poi spazzati via dal diluvio universale insieme ai "cattivi" (animali compresi).

E ci sarebbe da dire anche ben altro! ... perché sempre secondo il nostro "sceneggiatore biblico" (così da noi chiamato poiché con la biblica santa trama John Huston più tardi ci avrebbe fatto un film poi divenuto "mitico"...) asserisce candidamente ed in modo inequivocabile che "...C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - ..." (Genesi 6: 4)

Ma allora, se il diluvio ammazzò tutti tranne pesci, animali dell'arca e la famiglia di Noè, come cavolo facevano i Giganti ad esserci ancora dopo il diluvio?

A complicare ulteriormente il tutto, ci sarebbero anche sette sub-cristianoidi convinte che i Giganti stessi (citati anche come Nephilim in diverse altre più o meno bizzarre traduzioni) siano il frutto della citata "semidivina scopata". Tale idea, se non fosse anch'essa totalmente sconclusionata, non sarebbe eccessivamente "peregrina" in quanto la Vulgata di S.Girolamo, diversamente dalle correnti più gettonate traduzioni, recita testualmente:

4 Gigantes autem erant super terram in diebus illis : postquam enim ingressi sunt filii Dei ad filias hominum, illæque genuerunt, isti sunt potentes a sæculo viri famosi.

Dove isti (questi) è evidentemente riferito a Gigantes per cui erano gli stessi giganti allo stesso tempo il frutto delle "unioni improprie" e gli "eroi dell'antichità".

E, se non fosse che si tratta in ogni caso di fesserie di portata "galattica", direi che questi ultimi avrebbero più ragione dei Grulli di tipo "B" e "C" anche se, tuttavia, anche loro nient'altro che semplici Grulli di bassa classifica sono e restano...

Amen

Ratz Krapinger

tags: